Cementificio di Tavernola
Minoranza sul piede di guerra

La resa dei conti è attesa per martedì 26 luglio, quando l'Assessorato all'ambiente della Provincia sarà chiamato a rinnovare l'autorizzazione chiesta dal cementificio di Tavernola anche per bruciare combustibili derivanti da rifiuti e pneumatici triturati.

La resa dei conti è attesa per martedì 26 luglio, quando nella sede dell'assessorato all'Ambiente della Provincia si riunirà la conferenza dei servizi chiamata a una scelta che pare obbligata: il rinnovo dell'Aia, l'Autorizzazione integrata ambientale chiesta dal cementificio di Tavernola anche per bruciare combustibili derivanti da rifiuti e pneumatici triturati.

Ma il gruppo di minoranza «Tavernola democratica», guidato da Ioris Pezzotti è sul piede di guerra. «Non ci sono dati ufficiali sulle emissioni nocive di questi combustibili - dice -. Tanto vale tenerci quelli attuali, almeno sappiamo cosa contengono. La pensa così l'82% dei tavernolesi, che dissero no nel 2007, quando il paese fu chiamato alla consultazione popolare. Martedì saremo in Provincia a ricordarlo».

Potrebbe non servire. Nel senso che, dal punto di vista «legale», alla comunità di Tavernola il Gruppo Sacci non deve nulla: la convenzione che da una ventina d'anni regolava i rapporti tra Comune e cementificio (più volte aggiornati con le diverse proprietà che si sono succedute), è scaduta il 31 dicembre 2010 e non è stata rinnovata dall'attuale amministrazione di «Progetto Tavernola».

Nella vecchia convenzione, rivista a fine 2005, il cementificio (allora Lafarge Adriasebina) si impegnava a non sperimentare l'utilizzo di nuovi combustibili senza il consenso della popolazione. Ora non ha più quest'obbligo.

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