Roberto Covelli era nato in Francia e abitava in un paese vicino a Nimes con la seconda moglie e la figlia Florence, 14 anni. Aveva lavorato come tecnico nell'industria farmaceutica francese Ron Poulenc e da qualche anno si stava godendo la pensione. La sua famiglia è originaria di San Giovanni Bianco, che il padre aveva lasciato durante la Seconda guerra mondiale per cercare lavoro.
«Era legato alla Valbrembana - racconta Basilio Pernici, marito della cugina -, tornava spesso. In Italia era giunto domenica e fino a martedì si era fermato a San Giovanni Bianco - prosegue Pernici -. Con lui c'erano Florence e Clara, la figlia del suo primogenito Cristophe. Martedì si sono trasferiti a casa nostra, a Castelli Calepio. Mercoledì sono andati in gita a Venezia. Oggi (ieri, ndr) siamo venuti al Puntoblu per uno scontrino autostradale. Roberto mi ha proposto di andare in Città Alta. Gli ho risposto che potevamo farlo con più calma domani (oggi, ndr). Ma lui domani (oggi, ndr) doveva rientrare in Francia. In Città Alta ci era stato numerose volte, ma ci teneva a farla vedere alla nipote che non ci era mai stata».
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