Cromo esavalente il doppio del limite
No allarme, da valutare l'uso agricolo

Resta alta l'attenzione sull'inquinamento da cromo esavalente a Treviglio. L'ultimo dato rilevato in un pozzo della campagna a nord della città parla di 128 microgrammi per litro d'acqua (limite di 50 previsto dalla legge per la consumazione umana).

Resta alta l'attenzione sull'inquinamento da cromo esavalente a Treviglio. L'ultimo dato rilevato in un pozzo, di proprietà privata, della campagna a nord della città, situato tra la zona Nord, la frazione Battaglie e Castel Cerreto, parla di 128 microgrammi per litro d'acqua, a fronte di un limite di 50 previsto dalla legge per la consumazione umana.

In realtà, le utenze della zona erano già state collegate da tempo, per quanto riguarda l'uso da parte dell'uomo, all'acquedotto comunale. Il problema ora potrebbe riguardare invece l'uso agricolo e zootecnico delle acque.

A evidenziare i potenziali rischi - senza però creare allarmismo - è il circolo Bassa Bergamasca di Legambiente, per voce del presidente Arturo Giudicatti e del portavoce Patrizio Dolcini, che hanno recentemente scritto al sindaco Giuseppe Pezzoni, all'assessore all'Ambiente Juri Imeri e a tutti i consiglieri comunali di Treviglio chiedendo al Comune una verifica con l'Asl sulla compatibilità di queste concentrazioni di cromo esavalente con l'uso agricolo.

«Le acque in questione - spiegano Giudicatti e Dolcini - vengono usate non solo a scopo irriguo, ma anche per abbeverare il bestiame. La legge non prevede limiti precisi in tal senso: esiste un limite "consigliato", che è di 100 microgrammi a litro per l'abbeveraggio degli animali».

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