Povera Porta Sant'Agostino
Palafrizzoni: «Più rispetto»

Se potesse parlare ci racconterebbe la storia della nostra città. Sotto di sé ha visto passare ogni genere di mezzo di locomozione, dai cavalli ai rombanti Suv. Ma se potesse parlare oggi sarebbe sicuramente qui a lamentarsi.

Se potesse parlare ci racconterebbe la storia della nostra città. Sotto di sé ha visto passare ogni genere di mezzo di locomozione, dai cavalli ai rombanti Suv. Ma se potesse parlare oggi sarebbe sicuramente qui a lamentarsi, perché non c'è giorno che la sua imponente struttura non rischi di essere intaccata dalle carrozzerie di macchine, camion e autobus diretti in Città Alta.

Perché la Porta Sant'Agostino, insieme alla Porta San Lorenzo, è un passaggio obbligato per chi vuole raggiungere il cuore del centro storico senza contare sull'ausilio delle proprie gambe. E se si alza il naso all'insù e si osserva con attenzione, le «cicatrici» lasciate dai colpi inferti a destra e a sinistra di camion, bus e soprattutto - per la gioia dei turisti - degli sgargianti «double-deck» bus, sono evidenti.

Lungo viale Vittorio Emanuele, dalla galleria Conca d'Oro sino in prossimità del passaggio Sant'Agostino, ci sono diversi cartelli di divieto di transito per i mezzi con altezza superiore ai 3 metri. Purtroppo, anche quando il rischio è di restare incastrati sotto un monumento storico, la sola segnaletica orizzontale, sembra però bastare.

Al momento però nessun intervento è stato messo in cantiere: «Abbiamo valutato l'eventuale installazione di una telecamera, ma risulta molto difficile, per via del lume della porta - spiega Alessio Saltarelli, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Bergamo -. In qualsiasi modo si posizionasse, la telecamera non riuscirebbe a visualizzare bene il passaggio delle auto, compresi i dettagli delle targhe».

Palafrizzoni lancia dunque un appello al buon senso delle persone, perché un simbolo di Bergamo non sia ulteriormente rovinato.

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