Forze di polizia e la Manovra:
«C'è il rischio di una paralisi»

Per le forze di polizia «c'è il rischio di una vera e propria paralisi» a seguito degli ulteriori tagli che la manovra economica varata dal governo prevede.
Lo scrivono i segretari provinciali di Bergamo dei sindacati di categoria.

Per le forze di polizia «c'è il rischio di una vera e propria paralisi» a seguito degli ulteriori tagli che la manovra economica varata dal governo prevede.
Lo scrivono i segretari provinciali di Bergamo dei sindacati di categoria.

Il documento è firmato da Luigi Menditto del Siulp, da Maurizio Cester del Sap, da Antonio Polisena dell'Ugl e da Claudio Lauricella del Consap «anche a nome delle rappresentanze militari che non possono manifestare direttamente il proprio dissenso ma che hanno più volte espresso la loro contrarietà alla manovra economica che il governo ha varato con il D.L. n.98 del 6 luglio scorso».

«Pur comprendendo il particolare e difficile momento che il Paese sta attraversando - scrivono - è incomprensibile come il Governo abbia deciso, scientemente, di non ritenere prioritario il funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate e del soccorso pubblico, come invece ha fatto per altri settori del pubblico impiego, e ha abbattuto le risorse dei capitoli di funzionamento di questi settori nevralgici per la vita democratica del nostro Paese con un ennesimo colpo di scure».

«La situazione è drammatica tanto da affermare, volendo parafrasare il mondo dell'economia, che se questi settori fossero un S.p.a. sarebbero definiti in amministrazione controllata per la loro liquidazione. Pensare di ridurre ulteriormente le risorse indispensabili al funzionamento della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico oltre i limiti già imposti dalle manovre precedenti, è miope e da scellerati. Il disastro che vede le Volanti, le Gazzelle ed i mezzi di soccorso per il controllo del territorio ridursi sempre di più perché non ci sono i fondi per aggiustare le macchine rotte e per pagare la benzina, fa trasparire uno scenario apocalittico in cui, a breve quando i cittadini chiameranno il 113 (polizia), il 112 (carabinieri), il 117 (guardia di finanza) o il 115 (vigili del fuoco) avranno come risposta che si è impossibilitati ad intervenire».

«Per evitare la privatizzazione della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, come i continui tagli stanno di fatto generando - continuano i sindacati - le sottoscritte OO.SS. sono oggi in piazza in tutta Italia per richiamare l'attenzione dei cittadini ed evitare il disastro della sicurezza in nome di un Governo che, mentre tagli i diritti,  persevera negli sprechi.
Per questo le scriventi OO.SS. fanno appello ai cittadini per salvaguardare il loro diritto alla sicurezza chiedendo al Governo un confronto nel quale discutere quali sprechi e duplicazioni tagliare, per recuperare risorse indispensabili ad eliminare il blocco delle promozioni e del tetto salariale anche per il 2012, che fa cadere il principio della catena di comando e delle responsabilità; per dare attuazione al DPCM che elimina, attraverso l'autofinanziamento per l'anno 2011, il blocco del tetto salariale e delle promozioni in modo da evitare la paralisi del sistema; di escludere il personale di questo comparto dalla decurtazione della retribuzione in caso di malattia, poiché questo frenerà l'autonomia di intervento degli operatori per paura della perdita della retribuzione, così come previsto nell'emendamento presentato dalla stessa maggioranza al Senato».

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