Comunità montane virtuose:
«La legislazione non le ostacoli»

«Le Comunità montane della Lombardia non sono la tana degli sprechi o carrozzoni bensì realtà radicate e rappresentative». È il senso della lettera inviata al ministro per la Semplificazione dall'assessore ai Rapporti Istituzionali della Regione.

«Le Comunità montane della Lombardia non sono la tana degli sprechi o carrozzoni burocratici bensì realtà radicate e rappresentative. Per questo andrebbero salvaguardate nell'esercizio delle loro funzioni». E' questo il senso della lettera trasmessa al ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, dall'assessore al Bilancio, Finanze e Rapporti Istituzionali della Regione Lombardia, Romano Colozzi, coordinatore della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni.

«Il riavvio in Senato del disegno di legge che individua le funzioni fondamentali di Comuni e Province - scrive l'assessore Colozzi - e la bozza di Decreto del Presidente del Consiglio sull'associazionismo obbligatorio, di fatto escludono le Comunità montane dall'esercizio di tali funzioni e, di conseguenza, dai relativi finanziamenti rendendo vane le legislazioni regionali in materia».

«Più del 40 per cento del territorio lombardo è montano - aggiunge Colozzi - e le nostre Comunità montane sono sempre più orientate, a seguito delle riforme varate da Regione Lombardia, a criteri di efficienza, sobrietà e trasparenza nei bilanci e indirizzate alla salvaguardia e allo sviluppo dei territori. Un'opera non facile ma che vorremmo proseguire con determinazione».

L'assessore Colozzi chiede quindi al ministro Calderoli «che la legislazione statale non sia ostacolo per tali percorsi virtuosi, ma agisca nel rispetto dell'autonomia legislativa delle Regioni e dell'attuazione di forme di federalismo istituzionale che la Lombardia vuole perseguire con serietà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA