Ai commercianti lo spesometro
Il fisco controlla i grandi acquisti

Dal 1° luglio scatta lo spesometro: commercianti ed esercenti pubblici saranno obbligati a richiedere il codice fiscale del cliente per le vendite e somministrazioni pari o superiori a 3.600 euro (Iva inclusa) il cui pagamento avvenga in contanti e con assegno.

Passare al setaccio le spese degli italiani per misurare il loro tenore di vita e confrontarlo con la capacità contributiva denunciata nella dichiarazione dei redditi. Incrociare spese e redditi potrebbe permettere all'Agenzia delle entrate di contrastare l'evasione fiscale. Oggi è possibile con un quadro normativo rinnovato che prevede tre strumenti di accertamento: lo spesometro, il redditometro e l'accertamento sintetico.
Dal 1° luglio scatta lo spesometro: commercianti ed esercenti pubblici saranno obbligati a richiedere il codice fiscale del cliente per le vendite e somministrazioni pari o superiori a 3.600 euro (Iva inclusa) il cui pagamento avvenga in contanti e con assegno. Entro il 30 aprile 2012 dovrà essere consegnato all'Agenzia delle entrate il foglio dei corrispettivi con allegate copie dei codici fiscali dei clienti su cui saranno annotati gli estremi dello scontrino e della ricevuta/fattura fiscale (data e importo). Le spese verranno poi incrociate con la capacità contributiva e dal raffronto potrebbero emergere eventuali anomalie. Segnalazione al fisco Un viaggio, un gioiello, un dono speciale, ma anche dei mobili o capi di abbigliamento firmati, opere d'arte, un pranzo per qualche ricorrenza: se la spesa supera i 3.600 euro l'impresa invierà al fisco la comunicazione del codice fiscale del cliente e della spesa sostenuta che verrà poi incrociato con la sua posizione contributiva per rilevare eventuali anomalie.

«Se si supera la spesa di 3.600 euro sarà necessario richiedere il codice fiscale laddove il pagamento avvenga in contanti oppure con assegno – chiarisce Romano Belotti, responsabile dell'area tributario fiscale di Ascom Bergamo –: consigliamo a commercianti ed esercenti di fare una copia del codice fiscale in modo da evitare eventuali errori di registrazione a mano e di allegarlo allo scontrino. Si tratta sicuramente di un impegno per i commercianti e gli esercenti chiamati a questo ulteriore compito dalla nuova normativa. Consigliamo di rivolgersi al commercialista per tutti i chiarimenti».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 21 giugno

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