Cronaca / Bergamo Città
Sabato 11 Giugno 2011
«Quale ricchezza vogliamo?»
Il vescovo chiude il convegno
«È necessario un nuovo modello di sviluppo fondato sulla nostra storia. Non si tratta di impoverire, si tratta di decidere quale ricchezza vogliamo». Queste le parole del vescovo Francesco Beschi a conclusione del convegno su lavoro e sviluppo umano.
«È necessario un nuovo modello di sviluppo fondato sulla nostra storia. Non si tratta di impoverire, si tratta di decidere quale ricchezza vogliamo…». Le parole del vescovo Francesco Beschi sono risuonate sabato mattina nell'auditorium del Seminario davanti a circa seicento persone rappresentanti i vari settori della vita sociale e lavorativa della provincia in conclusione del convegno su lavoro e sviluppo umano.
Il discorso del vescovo ha toccato soprattutto le sfere dell'etica e dei valori del cristianesimo, ma non è difficile individuare delle ricadute concrete, politiche, sociali. «Resistere, innovare, solidarizzare in questo tempo di crisi è importante, ma non basta. Abbiamo bisogno di futuro… Cerchiamo di realizzare la ripresa, ma che cosa vuole dire ripresa, in che cosa consiste?».
Bisogna scoprire dentro la storia la nostra vocazione, ha detto il vescovo. A che cosa ci sentiamo chiamati? Prima di tutto siamo chiamati a una elaborazione della diversità che riguarda ampiamente la nostra società, in secondo luogo a una valorizzazione della dimensione della laicità per superare la distanza fra cultura e fede, in terzo luogo occorre riscoprire il lavoro come valore per lo sviluppo umano, le sue valenze educative.
Il vescovo ha affermato che questo convegno è tappa di un cammino, che in autunno ci saranno incontri con le istituzioni e con i politici (alcuni di loro erano presenti già sabato, fra gli altri gli onorevoli Giovanni Sanga e Savino Pezzotta) e che il prossimo anno pastorale sarà dedicato al tema «Famiglia, lavoro, festa», anche in vista della Giornata mondiale della famiglia che si terrà nel 2012 a Milano.
Al lavoro per un nuovo modello di sviluppo comunitario. Questo il messaggio della giornata conclusiva del convegno ecclesiale. Il convegno è una tappa del discorso aperto dalla diocesi sull'emergenza lavoro e ha conivolto in due giornate esperti e rappresentanti della società civile in un dibattito che si è svolto per filoni di intervento. Lavoro e sviluppo sociale, economico, intergenerazionale.
La mattinata di sabato è stata aperta dalla relazione di monsignor Maurizio Gervasoni che ha indicato il quadro di riferimento valoriale facendo riferimento alla dottrina sociale della Chiesa. I prossimi impegni riguarderanno l'incontro con il mondo della finanza, delle professioni e della politica.
Stefano Tomelleri, Giovanni Marseguerra e Carlo Dall'Aringa, relatori dei gruppi di studio, hanno restituito all'assemblea i risultati del lavoro di gruppo, sottolineando sia i dati dell'attualità (incertezza, debito pubblico, fatiche delle famiglie), sia le possibilità di uscita dalla crisi attraverso l'uso delle reti, della sussidiarietà e della solidarietà come base per una nuova progettualità sociale.
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