Beppe Signori nega tutto:
«Scommesse? In tabaccheria»

Calcioscommesse, l'ex bomber della Nazionale azzurra, Beppe Signori, nega tutto: «Scommesse? In tabaccheria». L'attaccante: «Foglio con regole per puntare? Solo un promemoria».

"Non ho mai giocato, al massimo ho scommesso 3-400 euro in tabaccheria". Di fronte al Gip di Cremona Guido Salvini, nel corso dell'interrogatorio di garanzia di mercoledì, Beppe Signori ha negato ogni addebito, respingendo persino l'idea che a lui piaccia scommettere.

Secondo i suoi avvocati, Silvio Caroli e Alfonso De Amicis, mercoledì non si è parlato dell'associazione a delinquere costata gli arresti domiciliari all'ex attaccante della Nazionale, ma principalmente dell'incontro del 15 marzo scorso dei "bolognesi" nello studio del capoluogo emiliano dei suoi ex commercialisti Francesco Giannone e Manlio Bruni.

Un episodio chiave: secondo quanto emerso dalle indagini si trattava della riunione della cricca bolognese per decidere le combine e l'entità delle scommesse, per i difensori invece una sorta di trappola per chiedere denaro all'abbiente Signori.

"I due commercialisti avevano invitato Signori dicendogli che gli dovevano presentare due persone, Massimo Erodiani e Antonio Bellavista, che poi gli hanno fatto la proposta di fornire 30/40mila euro per corrompere alcuni giocatori per la partita Inter-Lecce, una proposta illecita di fronte alla quale Signori ha risposto immediatamente con un secco no".

"Non ho fatto nulla, non ho mai partecipato a riunioni per manipolare le partite, non conosco Erodiani e Bellavista, non ho mai visto gli assegni che avete sequestrato" ha dichiarato al Gip, tanto che il Procuatore Roberto Di Martino, ore dopo, ha definito l'interrogatorio "interlocutorio". Del resto, l'ex commercialista dello storico bomber, Manlio Bruni aveva detto chiaramente che era Signori l'intermediario con i potenti scommettitori di Singapore a cui garantiva "di avere gli assegni in mano", tanto che dopo la mancata vincita per Inter-Lecce informò gli altri bolognesi che gli asiatici "venissero a dargli una lezione".

Senza parlare di quel foglio manoscritto sequestrato nell'abitazione dell'ex capitano di Bologna e Lazio, un elenco che per gli investigatori riporta in modo dettagliato e fedele le regole per le scommesse con le indicazione imposte dagli asiatici per accettare le puntate e di fronte al quale il calciatore si difeso sostenendo più o meno che "si tratta solo di un promemoria sul quale ho annotato l'offerta che mi avevano fatto Erodiani e Bellavista e che ho scritto su dettatura di Bellavista".

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