Cronaca / Isola e Valle San Martino
Giovedì 26 Maggio 2011
Poesie e pensieri per Yara:
«Niente è più come prima»
Un pensiero da un bimbo di 13 anni, una poesia di Charles Peguy scelta da una nostra lettrice, una accorata lettera da una mamma novarese. Arrivano in redazione pensieri per Yara: commoventi, di grande vicinanza soprattutto alla famiglia Gambirasio.
Un pensiero da un bimbo di 13 anni, una poesia di Charles Peguy scelta da una nostra lettrice, una accorata lettera da una mamma novarese. Arrivano in redazione pensieri per Yara: commoventi, di grande vicinanza soprattutto alla famiglia Gambirasio. Eccole:
Ciao Yara sono William e ho 13 anni: prego sempre per te, che tu possa trovare finalmente la pace lassù. Un abbraccio forte alla tua famiglia, sperando che giustizia sarà fatta.
William G. - Seriate
-o-
Vorrei dedicare alla famiglia Gambirasio questa bellissima poesia di Charles Peguy, come se fosse il saluto della piccola Yara ai suoi cari e a quanti l'hanno amata. Con tanto affetto Irene
L'amore non svanisce mai
La morte non e' niente,
io sono solo andata nella stanza accanto.
Io sono io.
Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate un tono diverso.
Non abbiate l'aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo è sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non è spezzato.
Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri?
Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vita?
Io non sono lontana, sono solo dall'altro lato del cammino.
-o-
Niente è come prima
La mia Anna ha 15 anni. Il mio Renato, il terzo della mia cucciolata ne compie 14 ad agosto, è della leva di Yara. Il mio primo figlio ne ha 19 e la sua fidanzatina che gira spesso da noi in casa ne ha 18.
Sono in ufficio e penso a loro. Penso ai loro sorrisi, alle estreme fatiche di crescerli, di educarli, di dare loro valori, motivazioni e fiducia.
E mentre lavoro cade l'occhio sulla rassegna stampa e sulle notizie di Yara. Vorrei essere li, con la sua mamma, e abbracciarla forte forte come soltanto una mamma sa fare. Senza dire nulla. Perché nulla possiamo dirle. Senza frasi retoriche, di denuncia, di vendetta, di orrore. Soltanto il silenzio che il cuore di ogni mamma, di ogni collega che commenta con me questo ritorno a casa della piccola Yara, può contenere all'infinito.
Niente è come prima. Vogliamo dirlo agli inquirenti, ai media, vogliamo urlare questo niente a chi deve, assolutamente deve, dare un volto a chi ha compiuto questo orrore.
Se i nostri figli escono, le raccomandazioni sono diventate esagerate: «Stai attenta, non fidarti di nessuno, girate sempre in due o in tre». Se devono uscire, queste nostre figlie solari e belle e giustamente ingenue della vita, il pensiero si fa subito fosco: «Ti porto io? Ti porta il papà, il nonno?».
No, niente, per tante mamme, è come prima. C'è un senso di sottile angoscia che si insinua nell'anima, c'è insicurezza, c'è la paura di un ignoto che è riuscito ad entrare con tanta facilità in un'esistenza e che con altrettanta facilità si muove ancora là fuori, chissà dove e chissà se per colpire nuovamente.
E allora questo niente va fermato. Va tolto dai nostri cuori di madri per dare a tutte noi un senso di quotidiana tranquillità e per dare alla sua mamma, ai suoi cari, un poco di pace.
Una mamma italiana
Maria Rosa da Novara
Quando una giovane vita viene strappata in modo così violento la colpa è di tutti noi ... noi che non abbiamo saputo proteggere un fiore dal calpestio degli uomini; superficialità, fretta, egoismo ... menefreghismo, sfrenata ambizione, perdita di valori, ecc.ecc. Per tre mesi ho pregato, sperato che Yara tornasse a casa in modo diverso, invece ..... quella bara bianca con ciò che resta di un corpo martoriato per sei lunghi mesi, ci mostra una realtà ben diversa da ciò che speravamo tutti. Al suo arrivo a Brembate il dolore si è di nuovo fatto forte dentro di noi! sono pugni allo stomaco che non dimenticheremo mai. Soprattutto rimarrà viva l'immagine dei genitori, l'uno accanto all'altro, uniti in un abbraccio di amore di fronte alla bara bianca della loro bambina. Credo che la famiglia Gambirasio abbia dato, senza troppo parlare, senza troppo mostrarsi, grande esempio di compostezza e unità familiare. Sabato tutto sarà finito! ma niente finirà fin tanto che il responsabile o i responsabili non saranno scoperti e assicurati alla giustizia! per noi che restiamo è un impegno a cui non posiamo sottrarsi. Riposa in pace Yara e perdonaci tutti, perché non abbiamo saputo proteggerti dalla malvagia degli uomini.
Katy Leporatti
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