Bettoni attacca Pirovano:
«Polenta fatta con farina altrui»

L'ex presidente della Provincia di Bergamo, Valerio Bettoni, oggi consigliere regionale dell'Udc, attacca pesantemente il suo successore sulla poltrona di via Tasso, Ettore Pirovano. E lo fa in un lungo comunicato stampa dal titolo. «La banda larga e la polenta fatta con la farina degli altri».

L'ex presidente della Provincia di Bergamo, Valerio Bettoni, oggi consigliere regionale dell'Udc, attacca pesantemente il suo successore sulla poltrona di via Tasso, Ettore Pirovano. E lo fa in un lungo comunicato stampa dal titolo. «La banda larga e la polenta fatta con la farina degli altri».

«Ma guarda un po' come vanno le cose! - scrive Bettoni -. La Provincia di Bergamo era all'avanguardia nella modernizzazione del territorio, dalla rete delle infrastrutture (ferro, gomma e aria) all'edilizia scolastica, all'innovazione tecnologica (banda larga), eccetera. Nei miei dieci anni di presidenza abbiamo realizzato opere per quasi un miliardo di euro, esclusi tutti i progetti che abbiamo predisposto noi e che ora vengono messi come fiore all'occhiello da chi miete senza aver seminato».

«Sono arrivati quelli che sbandieravano, e urlano, ai quattro venti che avendo una omogeneità di forze politiche alla guida - dice ancora Bettoni -, si sarebbero fatti balzi in avanti strepitosi con il deputato-presidente della Provincia. Noi, con la sola forza della volontà e del lavoro, pur con diversità di colori tra Comune di Bergamo e Provincia, tra Provincia e governo di Roma, abbiamo fatto. E parecchio e le opere sono lì da vedere e documentate nero su bianco (carta canta, vedere in proposito gli accordi di programma firmati dai ministri Lunardi prima e Di Pietro poi!). Loro, adesso che sono tutti sotto lo stesso tetto e con gli stessi colori (Roma, Milano, Provincia e Comune di Bergamo) e hanno il presidente anche deputato, dicono, fanno proclami, cercano di consumare vendette delegittimando, e intanto il tempo passa senza lasciar traccia».

«Sottolineo a chi non fosse chiaro - prosegue ancora Bettoni - che quanto si sta ancora facendo, ora e per parecchio ancora, non è farina del sacco di questa amministrazione, che vive di rendita. Se qualcuno è di parere diverso, sono sempre pronto a confrontarmi, con documenti alla mano. C'è di più. Oltre a distruggere e a brillare per passività, gli attuali governanti locali cercano di appropriarsi della polenta che altri hanno preparato spacciandola per loro».

«Sta andando così in molti campi. Prendiamo la banda larga. In questi giorni par di assistere ad autentici miracoli: si fa sapere che la banda larga arriverà anche a Vedeseta. La banda larga è diventata il cavallo di battaglia di tutti e tutti fanno a gara per cavalcarlo, indossando i panni dei modernizzatori. In tutto questo auspicato processo, si dimenticano però la paternità e la tempistica. La banda larga è partita a metà di questo decennio – con il mio assessore Roberto Chiorazzi (PdL) – considerando la specificità del territorio bergamasco, prima su tutta la montagna (rete wireless in banda larga) poi in pianura (con la fibra ottica). L'investimento complessivo realizzato era a marzo del 2009 di 18 milioni di euro. Per coprire tutto il territorio ne occorrevano altri 11. Il 28 marzo del 2008, venne a Bergamo l'ex-ministro all'Innovazione e alle tecnologie, Lucio Stanca (PdL), il quale disse testualmente: “Voi della Provincia di Bergamo avete fatto un passo fondamentale e meritate il compiacimento e l'incoraggiamento a proseguire, anche perché le potenzialità tecnologiche e informatiche sono in moltiplicazione continua”».

«Anziché camminare su questa strada e portare a compimento il disegno costruito e celebrato al più alto livello - sottolinea Bettoni -, si è pensato bene – già in campagna elettorale, da parte degli attuali amministratori, presidente-deputato in testa – di denigrare il progetto e chi l'aveva costruito. In tal modo, con questa lungimirante linea politica della distruzione, si sono rifiutati pure 2,5 milioni di euro già definiti dalla Regione per collegare anche le Valli Cavallina, Alto e Basso Sebino e l'area di confine con Brescia. Tutto questo processo di devastazione, presentato come uno dei famosi “buchi”, di colpo è diventato in questi ultimi mesi un motivo di orgoglio per questa amministrazione e per il territorio. Come mai questo cambiamento di rotta a 360 gradi? - si chiede Bettoni -. Forse si è scoperto, sia pure tardivamente, che eravamo all'avanguardia e che in ritardo, semmai, è la Regione, e a ruota l'attuale Provincia, gestita “part time” dal presidente- deputato? Al quale piace tirare il sasso e nascondere la mano. Da anni lo sto sollecitando ad un confronto pubblico dove e quando vuole. Mi pare però di essere in numerosa compagnia ad attendere invano che la porta di presidenza possa aprirsi all'ascolto dei poveri comuni mortali, quei cittadini ai quali le istituzioni dovrebbero portare rispetto».

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