Profughi tunisini: ultima notte
nella sede di Rifondazione

Ultima notte dei profughi tunisini nella sede di Rifondazione Comunista. «Dopo ritardi e inadempienze - scrive Ezio Locatelli (Prc/Fds) - finalmente arrivano delle risposte». Sul tema degli immigrati interviene anche Pietro Vertova dei Verdi.

Ultima notte dei profughi tunisini nella sede di Rifondazione Comunista. «Dopo ritardi e inadempienze - scrive Ezio Locatelli (Prc/Fds) - finalmente arrivano delle risposte».

«Questa notte - precisa Locatelli - avrà termine la presenza dei profughi tunisini nella sede provinciale di Rifondazione Comunista. Diversi di questi profughi, tutti con regolare permesso di soggiorno per rilevanti motivi umanitari, hanno trovato o troveranno nelle prossime ore ospitalità presso altri spazi, amici o conoscenti vari. Uno di questi spazi dovrebbe essere approntato e nesso finalmente a disposizione, a partire da domani (mertedì 3 maggio), dal Comune di Bergamo».

«Come si ricorderà - prosegue il segretario provinciale di Prc/Fds- una settimana fa, in assenza di qualsiasi intervento da parte delle istituzioni, onde evitare la prospettiva di lasciare per giorni dei profughi all'addiaccio, senza tetto, servizi igienici, abbiamo deciso di aprire in via emergenziale la sede provinciale di Rifondazione Comunista. Le Brigate di Solidarietà Attiva unitamente al CSA Paci Paciana, Giovani Comunisti e militanti Prc, associazioni varie hanno garantito la gestione dell'accoglienza».
 
«Per quanto riguarda le istituzioni preposte ad intervenire - commenta Locatelli -  dobbiamo registrare il quadro di totale confusione, rimpallo di responsabilità, ritardi rispetto ai bisogni materiali e civili di poche decine di profughi. Un quadro il cui unico risultato – di fatto è questo che vuole la destra - è di favorire un clima di insicurezza e derive xenofobe lesive dei diritti umani».

Rifondazione - annuncia - proseguirà per la sua strada. «Per quanto ci riguarda, unitamente a tutti i soggetti interessati, continueremo l'azione e la battaglia politica volta al pieno riconoscimento dei diritti umani, civili, materiali che è dovuto a persone in fuga dalla miseria e dalla guerra. Intanto un caloroso ringraziamento va ai volontari che si sono prodigati per questa emergenza»


E sul tema degli immigrati interviene anche Pietro Vertova, consigliere comunale indipendente nei Verdi. «Si commentano da sole - scrive - le scenette riportate dai giornali di vari personaggi (tra cui i consiglieri regionali Pedretti e Belotti) che all'oratorio di Mozzo si sono messi a litigare sotto gli sguardi (immagino attoniti) di alcuni ragazzi tunisini. Pare inoltre che Pedretti voglia fare una donazione: facile essere generosi quando si guadagna più di 10 mila euro al mese».
 
«I ragazzi tunisini arrivati nelle città italiane - aggiunge tra l'altro Vertova - stanno cercando di esercitare i diritti aperti dal permesso di soggiorno "per motivi umanitari" concesso dal Governo e in particolare dal Ministro Maroni. Questi diritti, ripeto concessi da Maroni, sono i seguenti: muoversi e abitare per almeno sei mesi nelle città europee. Eppure a Bergamo l'esercizio dei diritti sembra impraticabile: presentare la domanda di residenza (che è un diritto universale) è un'impresa; chiedere la tessera sanitaria (e anche la salute dovrebbe essere un diritto universale) una battaglia. Esistono diffuse resistenze al'esercizio dei diritti che non dipendono dall'efficienza degli uffici, ma da normative e prassi burocratiche che sembrano create appositamente per ostacolare i diritti dei cittadini meno abbienti».

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