Stati vegetativi, nuova ricerca:
bombardati da foto e musica

In Italia sono circa 1.500, in Bergamasca almeno 50. Sono persone in stato vegetativo o di minima coscienza. All'Habilita di Zingonia è in corso un progetto: i pazienti sono «bombardati» da sollecitazioni multisensoriali per valutare la loro risposta.

In Italia sono circa 1.500, nella Bergamasca almeno una cinquantina. Sono persone in stato vegetativo o di minima coscienza, malati che dopo un trauma, un'anossia, un'infezione cerebrale, sono privi di coscienza o in grado soltanto di manifestare pochissime reazioni cognitive.

Definizioni che sono in continua evoluzione, con l'avanzare delle conoscenze scientifiche sull'attività cerebrale. Sia gli stati vegetativi sia quelli di minima coscienza non sono capaci di provvedere a se stessi in nulla e hanno bisogno di essere seguiti e accuditi in tutto.

Nella Bergamasca, attualmente, le persone in queste condizioni, una volta uscite dalle Rianimazioni degli ospedali, sono ospitati in diverse strutture (non mancano i casi, sporadici, di persone assistite in casa): all'Habilita Zingonia attualmente sono 12, 17 i pazienti alla Fondazione Santa Maria Ausiliatrice Casa di riposo onlus, 24, tra stati vegetativi e minima coscienza, sono invece al Don Orione, pochissimi altri in case di riposo o in reparti di riabilitazione specialistica in ospedali.

È il caso di Antonella: ha davanti agli occhi le immagini dei suoi giorni felici che scorrono veloci in sequenza sul monitor. Lei in spiaggia con il marito, lei bambina. Nelle cuffie che ha alle orecchie «gira» la colonna sonora dei suoi ricordi: musiche che amava ascoltare. Accanto a lei c'è il marito, Giovanni. È così da mesi e mesi, da quando Antonella ha avuto un arresto cardiaco, è andata in anossia,

All'Habilita di Zingonia Antonella sta partecipando a un progetto Ospedali Riuniti di Bergamo (ente validatore)-Habilita Zingonia (luogo di attuazione dello studio), che si chiama «Co.Re.» (Cognitive Responsivity) con uno strumento con cui viene «bombardata» da sollecitazioni multisensoriali sia per valutare una sua eventuale risposta sia per misurare la sua attività cerebrale e, se ci fossero, ipotetiche variazioni: il macchinario si chiama «Neurowave» (prodotto da un'azienda del Padovano) e, illustra Roberto Rusconi, presidente dell'Istituto Clinico Habilita, «è in grado di garantire l'integrazione in un unico prodotto industriale per la ricerca clinico-scientifica degli aspetti di monitoraggio elettrofisiologico per la stimolazione multisensoriale e l'analisi dei dati per lo studio dei pazienti in stato vegetativo  o in stato di minima coscienza».

Cioè consente in contemporanea di monitorare elettroencefalogramma, elettrocardiogramma, potenziali evocati cognitivi (ovvero la rilevazione di risposte del sistema nervoso centrale a vari stimoli), valori fisiologici del paziente mentre viene sottoposto a stimoli multisensoriali (video, fotografie, suoni, discorsi, voci): non solo, «filma» le reazioni con una telecamera accesa per 24 ore.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 18 aprile

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