Donne e uguaglianza:
convegno della Cisl

Martedì 22 marzo, alle 14,30, nella sede Cisl di Bergamo, nella sala Riformisti, è in programma un convegno indetto dal Coordinamento donne sul tema «Il valore dell'uguaglianza e le discriminazioni». Sarà presente Barbara Pezzini, preside della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bergamo.

L'iniziativa è nell'ambito del programma che i coordinamenti Cisl hanno messo in atto nel mese di marzo finalizzati a una serie di riflessioni sulla condizione delle donne nel mondo del lavoro e nella società.

«L'incontro – racconta Mina Busi, della segreteria Fnp di Bergamo e tra le promotrici dell'iniziativa - ci permetterà di capire qual è la qualità e la quantità dei diritti disponibili per le donne, che per troppo tempo le donne  stesse - vuoi per rassegnazione o in stato di obbligo per la dipendenza economica dal marito -  hanno accettato le disparità».

«Nella società di oggi – continua Busi - il posto e il ruolo della donna nella vita pubblica, sono ancora limitati, è difficile superare una storia millenaria che ha visto la donna in una posizione di subalternità. La maggior parte delle donne over 65 non ha avuto le stesse possibilità di accesso all'istruzione
e alla formazione professionale, l'inserimento nel mondo del lavoro è stato, e purtroppo lo è ancora oggi, sottovalutato e sottopagato. La conseguenza è che oggi esse si trovano spesso in precarie condizioni di vita e dipendono economicamente dai mariti o dalla misera pensione sociale e, conseguentemente, continuano a essere svantaggiate e hanno poche possibilità di partecipare attivamente alla vita pubblica».

«Il quadro sociale che emerge dalle attuali ricerche e da vari sondaggi è deprimente, molte donne sono culturalmente depauperate, l'accesso alla società dell'informazione è carente, il loro ruolo è subordinato, e tutto questo rafforza la loro esclusione. Per arrivare alla piena attuazione della parità c'è ancora molta strada da percorrere, manca ancora, nella nostra società, il rispetto totale della donna, troppo spesso usata come oggetto, come immagine, considerata, a parole, una grande risorsa, ma nei fatti relegata  nel solito ruolo di gestione familiare».

«È importante - conclude -combattere le discriminazioni e promuovere iniziative che garantiscano dignità, autonomia e partecipazione, perché le donne con il loro impegno quotidiano sono fondamentali non solo per la famiglia, ma anche per la società. E' ora di passare dalle enunciazioni ai fatti e attuare un percorso che veda la valorizzazione del ruolo femminile anche nel sindacato, favorendo una maggiore presenza negli organi, un reale contributo partecipativo, un'assunzione di responsabilità che superi il ruolo subordinato».

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