Val di Scalve, si recupera la Via Mala
Sentieri, ciclabili e punti panoramici

È stato presentato venerdì mattina, nella sede della Comunità Montana Valle di Scalve, il primo lotto del progetto di recupero del tracciato della dismessa Via Mala, in Val di Scalve.

È stato presentato venerdì mattina, nella sede della Comunità Montana Valle di Scalve, il primo lotto del progetto di recupero del tracciato della dismessa Via Mala, in Val di Scalve.

La realizzazione della Via Mala venne affidata nel 1857 all'ingegner Fiorini di Darfo: i lavori iniziarono nel 1862 e tre anni dopo la strada era già transitabile. Via Mala - denominata così per le peculiari affinità morfologiche con la strada altrettanto famosa del cantone svizzero dei Grigioni - lasciava senza fiato i passanti con le sue impetuose cascate e i suoi vertiginosi precipizi, ma portava anche con sé, soprattutto durante i periodi invernali, timori ed inquietudini per il pericolo di caduta di valanghe e macigni. In pratica, un museo a cielo aperto

Tra gli interventi previsti per il rilancio della Via Mala, quelli di maggiore rilevanza sono il recupero della strada, la messa in sicurezza della stessa e la ristrutturazione di fabbricati esistenti a scopo ricettivo ed informativo. Numerosi sentieri già tracciati saranno resi percorribili, in modo da realizzare percorsi ciclabili e pedonali. La creazione di punti panoramici consentirà di apprezzare la valle in tutta la sua grandiosa spazialità. Si pone tale obiettivo la costruzione di passerelle, ponti, punti d'osservazione, aree attrezzate e parcheggi, che daranno la completa fruibilità del luogo ed una adeguata risposta alle locali esigenze turistiche e ricettive.

La forra del Dezzo, con le sue pareti a strapiombo, oggi già teatro di diverse pratiche sportive quali canottaggio, arrampicata e pesca, potrà inoltre potenziare la propria offerta di attività ricreative rivolgendosi ad un pubblico più vasto e diversificato. In un ricco contesto ambientale di altissimo pregio, caratterizzatoda due tra le più vaste aree protette della Lombardia «SIC» (Siti di importanza comunitaria), con un corollario di antiche miniere, graffiti rupestri, roccoli e sentieri, tale riqualificazione, nel luogo che già può essere considerato un museo a cielo aperto, lascia ipotizzare possibilità di aprirsi all'arte vera e propria, offrendo uno spazio dove la contemporaneità si relazioni al sito in maniera esclusiva ed originale.

I progettisti e gli amministratori locali sono convinti della validità della proposta, che costituisce un importante elemento di sostegno allo sviluppo economico e turistico dei Comuni della Valle.

Il progetto di recupero rappresenta un obiettivo strategico di fortissimo valore scientifico e culturale, un investimento a medio-lungo termine destinato a divenire patrimonio delle generazioni future. La Comunità Montana di Scalve, promotrice del progetto, gode già dei patrocini della Regione Lombardia, delle Province di Bergamo e Brescia, dei Comuni di Colere, Azzone, Vilminore, Schilpario e Angolo Terme, della Comunità Montana della Valle Camonica e delle Pro Loco di Colere e Angolo Terme. Nei primi mesi del prossimo anno il progetto parteciperà ad un bando di gara dell'Unione Europea per l'ottenimento dei fondi necessari alla realizzazione dell'opera.

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