Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 17 Marzo 2011
I fischi piovuti al Donizetti
Pirovano: claque organizzata
«I fischi? Organizzati». Lega e Pdl fanno quadrato attorno a Ettore Pirovano, contestato al Teatro Donizetti, durante la Notte Tricolore di mercoledì. Le opposizioni (Pd e Idv), invece, parlano di un atteggiamento «provocatorio e arrogante» dei lumbard.
«I fischi? Organizzati». Lega e Pdl fanno quadrato attorno a Ettore Pirovano, contestato al Teatro Donizetti, durante la Notte Tricolore di mercoledì (un secondo tentativo, fermato sul nascere, giovedì in Rocca). Le opposizioni (Pd e Idv), invece, parlano di un atteggiamento «provocatorio e arrogante» dei lumbard nei confronti del 150° dell'Unità d'Italia, che avrebbe fatto traboccare il vaso in una «legittima protesta».
Lui, il presidente della Provincia, intanto non si scompone, anzi. Definisce un «regalone» i cori dalla platea alla fine del suo discorso. «O non hanno ascoltato quello che ho detto, o se l'hanno ascoltato non l'hanno capito - commenta -. Il mio non è stato un intervento dissacratorio, bensì istituzionale, sulla falsa riga di quello del 2 febbraio scorso, basato su un'idea di federalismo e di unità incompiuta, condivisa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».
Da qui la convinzione: «È stata una claque organizzata, sarebbe entrata in azione qualsiasi cosa avessi detto». E non si parli di «libertà di espressione». «Non si manifesta così - replica Pirovano -, soprattutto in un contesto dove i toni sono stati molto pacati. La figuraccia l'hanno fatta loro».
Ma ammetterà che una certa «schizofrenia» della Lega verso le celebrazioni può suscitare una reazione? «Io parlo per me. La mia posizione è coerente con quella della Lega (Bossi era alla Camera) e con la mia carica istituzionale, che mi impone il dovere di essere presente e rispettoso, anche in cerimoniali che magari non condivido fino in fondo. Ho fatto le corse da Roma per essere presente al Donizetti. Scelgo di esserci, anche se magari in certe situazioni è più complicato».
Leggi di più su L'Eco di venerdì 18 marzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA