Don Chino Pezzoli all'omicida:
«Liberati dal mostro che ti divora»

«Sono un prete che vive da 30 anni con giovani drogati, confusi , violenti che portano nella loro sacca il male. Li avvicino e aiuto a svuotarla … Ti scrivo perché anche tu possa rovesciare questa sacca».

di don Chino Pezzoli

Sono un prete che vive da 30 anni con giovani drogati, confusi , violenti che portano nella loro sacca il male. Li avvicino e aiuto a svuotarla … Ti scrivo perché anche tu possa rovesciare questa sacca. Le ricerche sul cadavere di Yara proseguono per trovare anche piccoli indizi che tu possa aver lasciato, quella sera del 26 novembre, forse in balia di una passione o di uno stato di aggressività incontenibile. Qualcuno già parla di “delitto perfetto”, cioè di delitto in cui tu non hai lasciato alcun segno o indizio. Mi sembra che sia troppo presto dirlo, il tempo e gli accertamenti scrupolosi rileveranno chi sei. Ne sono certo.

Mi chiedo però che cosa sia rimasto nella tua mente e cuore dopo aver ucciso una tredicenne? Gelo, sadismo, vigliaccheria, menefreghismo, senso d'onnipotenza? Ti sarà almeno rimasto quel naturale rimorso o vergogna che ti disturba? Se non ci fosse in te nemmeno quel qualcosa che riscatta l'umano, allora dovremmo affibbiarti le amare parole di Quasimodo: “ Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo”.

Faccio fatica a credere che qualcuno sia ancora, sotto certi aspetti, quello primitivo, quello delle caverne e che la sua stessa violenza irrazionale e assassina guidi le sue azioni. Deve esserci in te un sottile richiamo della coscienza che ti sveglia di soprassalto durante la notte mentre gli occhi sbarrati di Yara e la voce straziata chiama aiuto. Se posso esprimere un pensiero, suggerirti un consiglio, esci da quel nascondiglio ipocrita che ogni giorno ti rende sempre più sporco interiormente, cammina per una notte intera su una strada di campagna tra i campi e riporta alla tua mente quel piccolo corpo buttato tra le sterpaglie e lasciato per tre mesi in balia delle intemperie e degli animali. Poi al mattino, fermati, telefona o presentati a un commando dei carabinieri per dire come hai ucciso Yara e perché.

E' un momento difficile per la tua vita, ma necessario per liberarti da un “mostro” interiore che ti divora. Hai ucciso Yara, ma da quel momento è iniziata anche la tua morte mentale. Il senso di colpa è un “killer” spietato che ti tortura prima e poi ti finisce, distrugge. Non so chi sei, non immagino nemmeno il tuo volto, la tua età, dove ti trovi. Penso però, dopo aver incontrato, durante la mia lunga vita, diverse persone con il “mostro” della colpa dentro di conoscerti, di scorgere anche in te quei sentimenti forti che tua madre ti ha trasfuso, come fece la mamma di Yara per la sua bambina. Sì, è proprio da quella parte nascosta in te, da quel umano materno che devi partire per uscire dalla tua “tomba”.

Dirti che il male che hai compiuto è grande, ma che ce anche la speranza del perdonarti e soprattutto farti perdonare. Non sei un mostro e mai lo sarai se esci allo scoperto, se lasci quel “pozzo buio”, dove lo sterco t'imputridisce sempre di più. Prima ti ho consigliato di camminare per una notte tra i campi e poi costituirti. Ho un altro consiglio. Entra in una chiesa e butta davanti a Dio il tuo tormento, piangi e chiedi a Lui la forza di dire il tuo peccato a un prete, al parroco di Yara don Corrino, a un altro che tu conosci. Poi mettiti a disposizione della giustizia. E' necessario che tu lo faccia, fallo però subito prima che il dna o altri segni lasciati sul corpo della vittima parlino.

Non abbruttirti ancora di più, non scegliere un destino distruttivo, puoi riabilitarti attraverso la sofferenza e quel perdono che Dio non nega a chi si rivolge a lui con il suo fardello di male. Se ti costituisci, dovrai anche guardare negli occhi la mamma e il papà di Yara, non ti sarà facile fissare il loro sguardo appesantito dalle lacrime e chiedere loro il perdono. Anche se questi genitori buoni e credenti te lo daranno. .. Spero che tu legga questa lettera o qualcuno che ti è vicino e sa il come e il perché del tuo gesto folle, ti faccia conoscere l'invito a costituirti. Io continuo a sperare e prego.

Don Chino Pezzoli

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