Federalismo fiscale, tagli confermati
Il PD: 10 milioni in meno in due anni

Ricomincia in Parlamento l'iter del decreto sul federalismo fiscale municipale. «Questo decreto non ha nulla a che vedere con il federalismo sventolato ai quattro venti – commentano i consiglieri comunali del Pd Sergio Gandi ed Elena Carnevali – e, quel che più conta, non porta alcun vantaggio ai nostri territori e al Comune di Bergamo in particolare».

Ricomincia in Parlamento l'iter del decreto sul federalismo fiscale municipale, che il governo presenta in Senato dopo lo stop imposto dal presidente Napolitano all'indomani della votazione finita in parità (15 a 15) in commissione bicamerale. «Adesso chiediamo che si renda conto del fatto che questo decreto non ha nulla a che vedere con il federalismo sventolato ai quattro venti – commentano i consiglieri comunali del Pd Sergio Gandi ed Elena Carnevali – e, quel che più conta, non porta alcun vantaggio ai nostri territori e al Comune di Bergamo in particolare».

Il decreto conferma infatti i tagli ai trasferimenti imposti dalla manovra correttiva (per il Comune di Bergamo 3,9 milioni di euro in meno nel 2011 e 6,5 nel 2012) e impone forti limiti all'autonomia impositiva dei Comuni nel periodo transitorio, con l'eccezione dello «sblocco» dell'addizionale Irpef per i soli Comuni che hanno oggi un'aliquota inferiore allo 0,4%. Ma il Comune di Bergamo ha già un'addizionale dello 0,6, e non potrà quindi avvalersi di questa possibilità.

«Chiediamo che il Governo – concludono Gandi e Carnevali – riveda drasticamente il decreto in tema di federalismo municipale, mediante la modifica del testo in discussione o i successivi provvedimenti attuativi del federalismo fiscale eliminando i tagli delle risorse e gli effetti negativi che, in questa versione, produce su Bergamo e le famiglie e le imprese che vi abitano e vi operano».

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