Cronaca
Domenica 20 Febbraio 2011
Bergamaschi all'estero
Mille partenze all'anno
Ogni anno lasciano Bergamo per trasferirsi a vivere e a lavorare all'estero in maniera stabile mille bergamaschi. Suona un po' come un lento esodo orobico quello rilevato dal rapporto «Italiani nel mondo 2010» della fondazione Migrantes.
Ogni anno lasciano Bergamo per trasferirsi a vivere e a lavorare all'estero in maniera stabile mille bergamaschi. Suona un po' come un lento esodo orobico quello rilevato dal rapporto «Italiani nel mondo 2010» della fondazione Migrantes, presentato in occasione del convegno promosso venerdì al Cese (Comitato economico e sociale europeo) di Bruxelles dall'Ente bergamaschi nel mondo (presieduto da Santo Locatelli) e dal neonato Circolo di Bruxelles (diretto dal clusonese Mauro Rota).
Il dato emerge dall'analisi degli italiani residenti all'estero e iscritti all'Aire (l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero): nel 2010 i bergamaschi sono 38.127. Solo nel 2007 erano 34.841. Significa appunto che in questo ultimo periodo ogni anno sono partiti da Bergamo almeno mille bergamaschi.
Un dato significativo se si conta che in Lombardia siamo la provincia da cui si emigra di più e che nel 2010 tra i primi 25 comuni lombardi con più emigranti a livello regionale c'erano Bergamo e Albino. Addentrandosi tra i numeri dell'ultimo rapporto si nota poi che il 48,3% di chi parte da Bergamo nell'ultimo anno è donna e che in generale sono soprattutto i giovani a lasciare la nostra provincia.
Anche secondo Massimo Fabretti, direttore dell'Ente bergamaschi nel mondo, che raccoglie 33 Circoli e 20 delegazioni in 105 nazioni, i bergamaschi all'estero sono molti di più di quelli segnati all'anagrafe. «Nei nostri Circoli – spiega – ci sono oltre 50 mila iscritti. Nell'ultimo anno inoltre è aumentato il numero di giovani e professionisti che passa dalla nostra sede a Bergamo per chiederci informazioni. Non abbiamo dati ma posso confermare che ci sia un aumento dei cosiddetti cervelli in fuga».
Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 20 febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA