Il tragico schianto di Soncino
«Dovevo essere con loro»
«Mi sono rifiutato di salire sulla loro auto perché non me la sentivo di buttare via mezz'ora di viaggio. Posso dirmi fortunato ma la tragedia è che ho perso il mio migliore amico». Non si dava pace domenica il ventenne albanese Albert Muca.
«Mi sono rifiutato di salire sulla loro auto perché non me la sentivo di buttare via mezz'ora di viaggio. Posso dirmi fortunato ma la tragedia è che ho perso il mio migliore amico». Non si dava pace domenica il ventenne albanese Albert Muca raccontando gli ultimi momenti in cui ha visto l'amico connazionale e coetaneo Mikeljan Hallulli e il diciassettenne Klaidi Shehi entrambi morti poco dopo nell'incidente stradale accaduto sabato a Soncino (Cremona).
L'incidente si è verificato lungo la ex statale 498 Soncinese: l'auto si è schiantata frontalmente con un furgone. Con loro c'era anche Ivnka Chakova, bulgara di 27 anni, ora ricoverata nelle terapia intensiva dell'ospedale di Crema ma non in pericolo di vita.
Albert e Mikeljan erano nati e cresciuti nella stessa cittadina albanese di Kavaja, a pochi chilometri da Durazzo. Insieme avevano frequentato elementari e medie per poi ritrovarsi a vivere in Italia, ad Antegnate. Mikeljan, che guidava l'auto al momento dello schianto, abitava da cinque anni in via Milano ed era disoccupato dopo avere lavorato come muratore.
Nell'appartamento situato vicino al centro commerciale, il ragazzo viveva con il fratello 24enne Leonard ed era stato raggiunto lo scorso Natale da papà Alush e mamma Cime. Ed è nel centro commerciale di Antegnate che il ragazzo ha trascorso i suoi ultimi momenti di vita.
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