Vertova: «Ciò che è inaccettabile
non può diventare normale»

«Il giudice amministrativo di turno al Tar di Brescia ha voluto fare il giudice di pace: ha semplicemente composto in modo bonario la "lite" tra i commercianti di via Quarenghi e l'amministrazione comunale di Bergamo. Il giudice ha sostanzialmente detto ai commercianti di tener duro ancora per qualche giorno e all'Amministrazione comunale che il 31 gennaio il coprifuoco deve concludersi».

«Indirettamente, viene così riconosciuta l'infondatezza delle motivazioni addotte a sostegno dell'ordinanza: se infatti il 31 gennaio 2011 il coprifuoco non ha più motivo di esistere, quale utilità avrebbe nei giorni che da oggi ci separano al 31 gennaio? E a quale interesse pubblico rispondeva tra il 25 novembre ad oggi?».

«Sia il seguente un punto molto chiaro: senza la mobilitazione politica contro il coprifuoco, l'ordinanza sarebbe stata confermata ben oltre il 31 gennaio, come è stato fatto a Brescia dal vicesindaco leghista Rolfi».

«Si è preso una grossa responsabilità, il giudice del Tar. Infatti, non dichiarando illegittimo il fatto che un sindaco, anche solo per un giorno, ordini un trattamento differenziato (per non dire segregante) per alcuni cittadini che abitano la città, ha così legittimato un inquietante salto di qualità nella politica della nuova destra, oggi orientata alla trasformazione dei diritti dei cittadini in concessioni fatte "da loro"».

«Il miglior punto di partenza per questa strategia é ovviamente la costruzione di un allarme securitario attorno alle vite di quei cittadini che già oggi hanno meno forza e diritti. Il 31 gennaio finisce il coprifuoco. Ma ciò che é inaccettabile non può diventare normale».

Pietro Vertova, consigliere comunale indipendente nei Verdi

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