Kristel, uccisa dall'ecstasy
Una morte senza colpevoli

Assoluzione per un imputato, pena più che dimezzata per l'altro. È la sentenza d'appello per i due lecchesi processati per spaccio di stupefacenti nella vicenda di Kristel Marcarini, la 19enne che morì nel 2008 due giorni dopo aver assunto l'ecstasy.

Assoluzione per un imputato, pena più che dimezzata per l'altro. Questa la sentenza d'appello per i due giovani lecchesi finiti a processo per spaccio di stupefacenti nella tragica vicenda di Kristel Marcarini, la sciatrice diciannovenne di Clusone che nell'aprile 2008 morì due giorni dopo aver assunto una dose di ecstasy durante una serata all'ex discoteca Fluid di Orio al Serio.

Maurizio Piazza, 27 anni, di Olginate, è stato condannato a 3 anni e mezzo per spaccio, contro gli otto del giudizio di primo grado per lo stesso reato. Nel processo precedente il giovane era già assolto per aver provocato con la sua attività di spaccio la morte di Kristel, cioè dall'accusa di «morte in conseguenza di altro reato».

Antonino Romano, anche lui ventisettenne, di Calolziocorte, è stato invece assolto: in primo grado era stato condannato a sei anni e mezzo per aver spacciato nel locale, ma non per aver ceduto la dose letale alla ragazza. Per cercare di fare emergere le responsabilità penali riguardanti il decesso i familiari di Kristel Markarini, parte civile nella vicenda, attraverso il loro legale avevano fatto istanza d'appello.

La posizione di due giovani lecchesi, dunque, dal processo d'appello esce notevolmente ridimensionata e di fatto non viene individuata nessuna responsabilità penale per la morte di Kristel, così come era avvenuto nel primo grado di giudizio.

Il processo si era concluso lo scorso aprile con l'assoluzione di entrambi gli imputati dall'accusa di aver ceduto la dose mortale a Kristel, e con la condanna per il solo reato di spaccio di stupefacenti all'interno del locale.

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