Cogeneratore, per la Provincia
una beffa da mezzo milione

Per Abm E&E, disgraziata società dell'arcipelago della Provincia bettoniana, si è consumata una beffa degna di un film di Totò. Un cogeneratore (usato) acquistato al doppio del suo valore e tuttora sul groppone di Via Tasso. Non direttamente, perché il gioco è quello solito delle scatole cinesi (la società è controllata da Bergamo Energia, a sua volta detenuta dalla casa madre Abm) al quale ci ha abituato la complessa architettura della galassia Abm, la multiutility della Provincia. Ma alla fine il risultato non cambia: una fregatura colossale.

Che ci fosse puzza di bruciato lo si era intuito seguendo le peripezie di un altro cogeneratore (tecnicamente una macchina che produce contemporaneamente energia elettrica e termica) passato dalle parti di E&E: quello apparso e scomparso a Benevento. Già, la medesima provincia dove Via Tasso versione Bettoni ha inanellato un'altra topica mica male, quella dell'impianto a biomasse di San Salvatore Telesino.

Fatto sta che E&E nasce proprio per fornire energia ad alcuni pastifici dell'Asi (Area di sviluppo industriale) del capoluogo sannita, e come socio al 40 per cento sceglie un imprenditore di Pagani (un paese in provincia di Salerno) molto nel settore. Al punto che è lui (con un'altra società) a vendere all'Asi il cogeneratore che E&E avrebbe dovuto gestire. Il condizionale è motivato dal fatto che di energia non ne viene prodotta, e la società mista bergamasco-salernitana in compenso paga 5.000 euro al mese d'affitto per i due anni di permanenza nel capannone.

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