Cronaca / Valle Seriana
Giovedì 21 Ottobre 2010
Piario, bilancio positivo
per l'ospedale «Locatelli»
L'ospedale Antonio Locatelli di Piario vince la sua scommessa più grande raggiungendo e superando i volumi di attività dell'ex San Biagio di Clusone. Giovedì è stato infatti, presentato il positivo bilancio a poco meno di due anni dal trasferimento. Molto indicativo il dato relativo all'operato dei reparti di ostetricia e ginecologia, dove per la fine dell'anno si stima che le nascite possano superare le 500 unità, soglia numerica che mette al sicuro il reparto e il nosocomio stesso da eventuali tagli decisi dall'alto.
Buono anche il risultato della chirurgia protesica articolare con un incremento del 20% rispetto il 2009 e del 7,5% rapportato al 2008. In evidente crescita anche i dati statistici afferenti ai trattamenti dei carcinomi epatici con ipertermia e chemioembolizzazione con un totale di 65 pazienti nel 2010; l'incremento rispetto il 2009 è del 25%, del 15% se si confronta invece il dato con il 2008.
Tra i punti di forza anche la chirurgia generale a bassa-media complessità che registra in totale 738 interventi. In crescita costante il numero dei pazienti che si sono rivolti al pronto soccorso, si è passati dal 14.747 utenti del 2008, alle 15.312 persone del 2009 e ai 15.875 ammalati del 2010.
L'incremento registrato nell'anno corrente rispetto al 2008 è del 7,6%. Lievita anche il valore delle prestazioni: si passa da 59.759 erogazioni del 2008, alle 65.264 del 2009 e alle 71.992 del 2010. Segno positivo anche per le prestazioni ambulatoriali, dalle 283.935 visite dell'anno 2008, si è scesi nel 2009 a 280.664 ma nell'ultimo anno sono state fornite 295.421 prestazioni.
Riguardo invece i tempi d'attesa per i ricoveri secondo l'Azienda «sono tutti entro i limiti stabiliti dalla regione Lombardia». Riguardo le prestazioni «in particolare risultano nei limiti i servizi richiesti per pazienti definiti “a rischio” con problemi di natura cardiovascolare, oncologica etc...». Ma la stessa azienda ospedaliera Bolognini ammette che «sono presenti tuttavia alcune criticità che richiedono l'indirizzo del paziente verso altre strutture aziendali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA