Premolo: Nessun abuso d'ufficio
Il tribunale assolve Giovanni Gaiti

Giovanni Gaiti ex sindaco di Premolo, nonché ex presidente della Provincia, è stato assolto («perchè il fatto non sussiste») dall'accusa di abuso d'ufficio legato a una vicenda riguardante le tubature dell'acquedotto comunale. La sentenza è stata emessa giovedì 14 ottobre dal tribunale di Bergamo: collegio giudicante presieduto da Vito Di Vita.

La querelle era nata dalla denuncia di Battista Titta, agricoltore 77enne, nei confronti di Gaiti perché nel 2005 quest'ultimo - in qualità di sindaco di Premolo – secondo le contestazioni «ometteva di accettare la richiesta di allacciamento alla rete idrica comunale avanzata in data 9 febbraio 2005» per la stalla e il podere di cui era affittuario Titta in località Cerete. Gaiti aavrebbe anche omesso di «provvedere alle opere necessarie all'allacciamento» e di «dare doverosa esecuzione all'ordinanza del tribunale civile di Clusone che, il 29 novembre 2006, imponeva all'amministrazione comunale di accogliere l'istanza di Titta».

In sostanza, visto che l'allacciamento era stato realizzato solo nel settembre del 2007 dopo che Titta si era rivolto al giudice civile con causa urgente, secondo l'accusa l'ex sindaco avrebbe dovuto attivarsi subito davanti all'ordinanza del magistrato per rilasciare l'ok all'allacciamento e non incorrere in un periodo di stallo che l'agricoltore aveva interpretato come un torto e che il pm aveva ravvisato come un presunto abuso d'ufficio.

Il duello a suon di carte bollate è cominciato proprio nel settembre del 2007 quando l'allacciamento viene finalmente realizzato. Nel marzo del 2009 l'esposto viene depositato in Procura, e Giovanni Gaiti entrò nel registro degli indagati con l'accusa di abuso d'ufficio. La polizia giudiziaria chiese una relazione al segretario comunale di Premolo, il quale aveva scritto che, stando al regolamento del Comune, se manca la concessione di servitù non si può dare il via a nessun allacciamento. Il pm Giancralo Mancusi chiese l'archiviazione, ma l'avvocato Pievani si oppose. Il gip Patrizia Ingrascì rilevò che la relazione del segretario comunale non dava atto del fatto che l'opera di allacciamento era nel frattempo stata realizzata e che dunque doveva presumersi che il consenso sulla servitù fosse stato concesso. Così il gip aveva disposto l'imputazione coatta, quella che ha condotto Gaiti davanti al gup Viti. Dopo il rinvio a giudizio del 25 marzo 2010 giovedì 14 è arrivata l'assoluzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA