Cronaca
Domenica 10 Ottobre 2010
Centrali, stop a quelle sull'Adda:
ma le richieste sono decuplicate
È salvo il fiume Adda, nel suo tratto più suggestivo, quello che si dice faccia da sfondo alla Gioconda e alla Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci. I progetti di centrali idroelettriche che sono fioriti uno dietro l'altro per una zona tanto bella quanto (si è capito) ipoteticamente redditizia sono state respinte.
Il verdetto definitivo arriva dal Parco Adda Nord e dalla Provincia, che hanno rigettato (ultimo atto proprio venerdì) le ipotesi di insediamenti idroelettrici fra Paderno d'Adda, Calusco e Medolago, immaginati in quel tratto di cui uno scorcio mozzafiato è visibile dal ponte di Paderno.
Lì un solo impianto opera e continuerà a operare, anch'esso considerato monumento: è quello dedicato alla memoria dell'ingegner Angelo Bertini, che lo fece costruire fra il 1895 e il 1898. Le richieste di costruzione di nuove centrali idroelettriche di cui si conoscono i dettagli sono tre, ma pare ne esistano altre due. Depositate fra marzo e maggio, hanno allarmato i Comuni, che sono saltati sulla sedia e hanno lanciato un appello: «La Provincia dica no». E così si è deciso.
Intanto negli ultimi due anni le richieste per la costruzione di centraline e centralone sono quasi decuplicate. Se fino al 2008 si gestivano circa 3 o 4 domande all'anno, ora si superano le trenta. L'esame è lungo, certosino ma soprattutto squisitamente tecnico, un po' come è avvenuto per le centrali che sull'Adda avrebbero cambiato i connotati all'area leonardesca. .
Sul tavolo oggi ci sono qualcosa come 80 istanze, di cui però ne sono state accolte meno del 10%. Il boom di richieste ha un fondamento semplice: negli ultimi anni il passaggio verso le energie rinnovabili è, oltre che favorito da una sensibilizzazione della popolazione, oggetto di incentivi economici rilevanti. La corsa alle centrali, quindi, è analoga a quella già ben nota per i pannelli solari, «anche se le leggi che le regolano sono molto diverse», affermano in Via Tasso.
Tutti i dettagli e le curiosità sono su L'Eco di Bergamo del 10 ottobre
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