Cronaca
Martedì 15 Febbraio 2005
Riuniti, al via la scuola europea di medicina
Riuniti, al via la scuola europea di medicinaSiglato l’accordo con l’Università di Maastricht per i corsi post laurea di specializzazione. Coinvolto anche l’istituto di ricerche Mario Negri. È il primo e per ora unico esempio in Italia
Un ospedale pubblico non universitario sede di una scuola di formazione medica post laurea di alto livello europeo e, dunque, internazionale. In Italia è una vera rarità, un’impresa riuscita agli Ospedali Riuniti di Bergamo grazie all’accordo raggiunto con l’Istituto Mario Negri e l’Università di Maastricht, in Olanda, la cui Facoltà di Medicina è considerata un centro di riferimento internazionale per le malattie cardiovascolari, il trapianto di reni e di pancreas, la cura prenatale. L’intesa è stata sottoscritta dai massimi vertici delle tre istituzioni - Carlo Bonometti per l’ospedale, Silvio Garattini per il «Negri» e Guy Peters per l’ateneo olandese - e diventerà operativa già con l’inizio del prossimo anno accademico, dopo cioè che uno specifico Comitato di coordinamento avrà stabilito regole e procedure entro le quali lavorare.
UNA SCUOLA IN PIENA REGOLA Di fatto, dunque, Ospedali Riuniti e «Mario Negri» diventano una scuola di specializzazione post laurea a tutti gli effetti, «braccio operativo» dell’Università di Maastricht, da cui dipenderà la certificazione formale al termine dei corsi previsti (di durata variabile tra i tre e i cinque anni). Un laureato in Medicina di una qualsiasi università italiana interessato a specializzarsi in queste discipline potrà così iscriversi alla Scuola di specializzazione di Maastricht frequentando però le corsie dei «Riuniti», gli studi del Centro di ricerche cliniche per le malattie rare di Villa Camozzi e i laboratori del «Negri» al «Conventino» di via Gavazzeni. In gioco entrerà anche l’Università di Bergamo, da alcuni anni ormai particolarmente interessata ad aprire un ampio fronte sul versante medico senza necessariamente arrivare ad una Facoltà di Medicina, peraltro - almeno allo stato attuale - del tutto improponibile.UNA LUNGA COLLABORAZIONE Perché proprio l’ateneo olandese? «Perché - spiega Giuseppe Remuzzi, direttore del Dipartimento Trapianti dei "Riuniti" e principale promotore dell’iniziativa - con Maastricht c’è una lunga tradizione di collaborazione nel campo dello studio delle malattie renali e dell’educazione medica. Peters ha conosciuto il "Negri", l’ospedale ha conosciuto Peters e le professionalità di Maastricht e così è nata l’idea di mettere a punto un modo innovativo per fare formazione». E perché proprio Bergamo? «Abbiamo deciso di collaborare con più ospedali e università europee - spiega Guy Peters - e lo facciamo scegliendo le eccellenze sia nell’ambito medico sia in quello della ricerca. In Germania, ad esempio, abbiamo già in atto una collaborazione di ricerca nel campo della chirurgia vascolare, mentre con Bergamo vantiamo da anni una forte tradizione nel campo delle malattie renali. Dell’ospedale e dell’istituto Negri abbiamo potuto apprezzare il valore e la qualità della ricerca e delle cure mediche, da qui l’idea di ragionare insieme per ottenere risultati migliori, di livello europeo, in entrambi i settori».
(15/02/2005)
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