«La flora del Parco delle Orobie Bergamasche e la sua conservazione» è il titolo del corso, promosso dall’Ente Parco e aperto a tutti in programma il 22 e il 29 novembre a Bergamo alta, con l’obiettivo di stimolare una riflessione sul valore della biodiversità a fronte di serie ripercussioni ambientali. Per due sabati consecutivi, dalle 9 alle 18 con partecipazione gratuita, nella sede di Piazza Vecchia dell’Università degli Studi di Bergamo, sarà possibile conoscere la straordinaria ricchezza delle specie vegetali della Lombardia, regione chiave per lo studio delle specie in Italia, in quanto habitat di più del 50% del patrimonio della diversità floristica nazionale, ben 3.500 piante delle 6.000 distribuite su tutta la penisola, ed in particolare delle Orobie bergamasche, uno dei principali poli di biodiversità dell’intero continente europeo. Il mondo accademico, scientifico e l’Ente Parco si confronteranno sul tema, offrendo un’opportunità a chiunque volesse partecipare di informarsi a 360° sulle problematiche e le tecniche di conservazione della flora, a rischio a causa della capillare presenza dell’uomo, il grande numero di centri urbani, il notevole sviluppo della rete stradale e dell’agricoltura, fonti indiscusse di benessere che portano inevitabilmente con sé fenomeni di elevato impatto ambientale, come la sottrazione di spazio fisico agli habitat naturali per lasciare spazio al lavoro dell’uomo, l’inquinamento, il sovrasfruttamento delle risorse, «Allo scopo di gestire la crisi della biodiversità a livello globale - spiega Franco Grassi, Presidente del Parco delle Orobie Bergamasche - i Governi di tutto il mondo hanno ratificato nel 1992 la Convenzione sulla Diversità Biologica sotto l’egida dell’UNEP (il programma ambientale delle Nazioni Unite) e si sono impegnati a raggiungere una riduzione significativa della perdita di biodiversità entro il 2010. Parallelamente sussistono più che fondate preoccupazioni circa la sopravvivenza di intere popolazioni di piante il cui areale si ritrova ad essere fortemente frammentato e ridotto; tale condizione assumerà toni estremamente preoccupanti nel prossimo futuro, indicativamente nei prossimi 80-100 anni la flora dell’intero sistema alpino potrebbe risultare fortemente minacciata a causa del riscaldamento globale del pianeta. Alla luce di queste preoccupazioni il Parco ha deciso di avviare importanti progetti finalizzati alla conservazione anche ex-situ delle frazioni maggiormente significative della flora prealpina. Il corso in città alta rappresenta un passo in questa direzione, un’opportunità per prendersi cura del nostro patrimonio ambientale. In provincia di Bergamo e in particolare nel territorio del Parco delle Orobie Bergamasche, sono presenti molte specie di notevole interesse naturalistico-conservazionistico, tra cui alcune ad areale distributivo molto ristretto. Risulta chiaro, quindi, quanto sia indispensabile intraprendere azioni finalizzate alla conservazione ed alla salvaguardia delle specie vegetali presenti». Il corso si propone di esaminare la biodiversità vegetale del Parco Orobie Bergamasche, evidenziandone le peculiarità e mettendo in risalto i rischi a cui è oggi sottoposta. Allo stesso tempo saranno illustrati gli strumenti più innovativi per conservare tale patrimonio floristico, esaminando tra l’altro la conservazione e la propagazione ex situ del germoplasma e gli interventi di reintroduzione e ripopolamento. Al corso interverranno esperti noti a livello nazionale come Bruno E.L. Cerabolini dell’Università degli Studi dell’Insubria (Varese) atteso la prima giornata, sabato 22 novembre, quando l’importanza dell’area insubrica per la ricchezza floristica nazionale sarà messa a fuoco da Renato Ferlinghetti dell’Università degli studi di Bergamo; nel pomeriggio sarà un esperto del Parco delle Orobie Bergamasche, Juri Belotti, ad affrontare il tema della tutela della flora spontanea, la direttiva Habitat e la nuova Legge Regionale n° 10 del 31 marzo 2008. Sabato 29 novembre invece i cambiamenti climatici ed il rischio di scomparsa delle specie di alta quota saranno analizzati da Graziano Rossi e Andrea Mondoni del Dipartimento di Ecologia del Territorio dell’Università degli Studi di Pavia, ove il Centro Flora Autoctona della Lombardia ha realizzato la Banca del germoplasma delle piante lombarde, che porteranno dati che fanno considerare le Prealpi Bergamasche una zona fortemente a rischio. La parte conclusiva del corso sarà dedicata alla conservazione del germoplasma, alla raccolta del seme in natura, al trattamento del seme e la sua conservazione e alla riproduzione ex situ. Ai partecipanti, che avranno la possibilità di apprendere tali tecniche grazie a simulazioni concrete, sarà consegnato un attestato di partecipazione al corso, gratuito e aperto ad un massimo di 90 partecipanti. Il modulo di iscrizione, da scaricare sil sito del Parco, www.parcorobie.it dovrà essere inviato alla segreteria del Parco delle Orobie Bergamasche via mail all’indirizzo [email protected] ppure via fax al n. 035/219333(15/11/2008)
© RIPRODUZIONE RISERVATA