Saluto romano, Cortesi si scusa
Respinta la mozione di sfiducia

«È stato un gesto inopportuno e leggero considerando il ruolo istituzionale che ricopro, un gesto istintivo e dettato dall'emozione del momento avvenuto durante una cerimonia privata a cui ho partecipato a titolo personale».

Gabriele Cortesi, assessore ai Servizi sociali del Comune di Seriate, ha risposto così alla mozione presentata in Consiglio comunale dai gruppi di minoranza di Rifondazione comunista e del Partito democratico. In discussione il saluto romano esibito dall'assessore Pdl, in occasione della commemorazione al cimitero di Bergamo l'11 settembre scorso di Gino Lorenzi, tenente della Repubblica sociale ucciso dopo la Liberazione.

L'episodio, immortalato dal alcuni scatti poi riportati dai giornali, ha sollevato le proteste, tra gli altri, dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) che ha ricordato come il saluto romano sia «una grave offesa alla Costituzione, e che il suo reato si configura come apologia del fascismo».

I firmatari della mozione avevano chiesto al sindaco Silvana Santisi Saita di prendere provvedimenti tra cui «il ritiro delle deleghe di Giunta a Cortesi protagonista di un gesto illegale che offende la memoria di tanti cittadini seriatesi vittime dei soprusi e delle violenze della dittatura fascista».

La discussione della mozione in Consiglio ha avuto toni pacati e anche il pubblico ha manifestato il suo assenso o dissenso con applausi mirati al termine dei dibattimenti. Le minoranze hanno ripreso i punti della mozione ricordando la cerimonia commemorativa al cimitero di Bergamo , il gesto immortalato dai fotografi, la figura di Gino Lorenzi, reo di aver fucilato sei civili per rappresaglia durante la Repubblica sociale italiana in Romagna ed essere poi stato ucciso, la condanna ferma del saluto romano nella Costituzione italiana, il riconoscimento del reato di apologia di fascismo condannato fino a tre anni di reclusione.

«Quel gesto - ha ammesso Cortesi quando ha poi preso la parola - non aveva intento apologetico e non ho intenzione di ricostituire alcunché. Da quando sono in politica nutro la convinzione profonda in valori come la libertà e la democrazia e rifiuto ogni forma di dittatura e totalitarismo nel pieno rispetto della Costituzione Italiana».

«Mi rimetto - ha concluso - alla volontà del consiglio comunale riguardo all' opportunità o meno di ricoprire l'incarico di assessore, da parte mia intendo lavorare sempre con l'impegno che mi ha contraddistinto». Impegno riconosciuto proprio da uno degli estensori della mozione, Carlo Vallenzasca, capogruppo Pd.

Il sindaco Silvana Santisi Saita ha ribadito come il gesto sia da stigmatizzare ma ha accolto le spiegazioni di Cortesi: «Sulla promessa che non si ripeterà - ha concluso - riconfermo la fiducia in un assessore che ha ben operato». La mozione è stata respinta con 15 voti contro e 4 a favore (gli estensori): vicenda politica chiusa. Ma con l'amaro in bocca per Pedrini dell'Anpi.

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