Proposte indecenti alla suocera
ucraino ubriaco finisce in cella

Lui, ucraino di 38 anni, pretendeva rapporti «infuocati» dalla suocera - una connazionale di 45 anni - ed era arrivato a minacciarla di morte se lei non avesse acconsentito. Lei ha temporeggiato e quando ha capito che il genero aveva intenzioni serie, s'è rivolta ai carabinieri. La beffa per il 38enne è che, nonostante la donna non abbia poi presentato denuncia, le manette sono scattate lo stesso: perché per due ore s'è rifiutato di aprire ai carabinieri e perché si è scoperto che era rientrato in Italia dopo l'espulsione.

Tutto comincia venerdì sera, quando al telefono della 45enne, che vive in città, giunge la telefonata del genero. È un po' alticcio (lo ha ammesso lui stesso ieri in direttissima), si lamenta che da mesi la moglie lo trascura e dunque pretende una sorta di «risarcimento». La suocera cerca di calmarlo, ma il tono di lui si fa minaccioso: arriva anche a prospettarle una brutta fine se lei non avesse accettato la proposta indecente.

La 45enne riesce a temporeggiare, rimanda l'incontro all'indomani, sperando che l'uomo si plachi. Ma non è così. Sabato mattina l'ucraino ritelefona e ribadisce le proprie intenzioni. La donna riesce di nuovo a rinviare l'appuntamento, ma corre subito dai carabinieri a raccontare quanto le è accaduto.

I militari di Bergamo Bassa decidono di agire. Alle 17 citofonano all'ucraino, il quale, quando si rende conto di chi ha suonato il campanello, sbatte giù la cornetta del citofono. Per farsi aprire il portoncino i militari si rivolgono ai vicini. Ma non è così semplice. Li aspetta un'attesa di due ore sul pianerottolo. L'ucraino è barricato in casa e solo alle 19 i militari riescono a rintracciare la proprietaria dell'appartamento che porta le chiavi. I carabinieri aprono e dentro trovano l'ucraino impaurito.

«Non volevo aprire perché so di essere clandestino», ha detto al giudice ieri. Finisce in manette per il reingresso in Italia non consentito dopo l'espulsione e per la resistenza a pubblico ufficiale. Da quest'ultimo reato verrà assolto. Per la Bossi-Fini invece rimedierà 8 mesi con pena sospesa e scarcerazione.

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