Cronaca / Bergamo Città
Domenica 12 Settembre 2010
L'assessore Pdl fa il saluto fascista
Esplode la polemica in città
C'era anche Gabriele Cortesi, assessore del Pdl titolare delle Politiche sociali del Comune di Seriate, sabato mattina 11 settembre al cimitero alla commemorazione per Gino Lorenzi, tenente della Repubblica sociale ucciso dopo la Liberazione, e fa discutere il suo saluto romano durante la celebrazione di Giulio Tam, sacerdote lefevbriano da anni vicino a Forza Nuova. Presente al cimitero una settantina di persone, tra le quali appunto l'assessore Cortesi. «Non è stata apologia del fascismo – spiega –, ma ho semplicemente salutato un caduto, che in questo caso si saluta così. Questo genere di commemorazioni vengono fatte da vent'anni dalla destra di Bergamo e ci hanno preso parte, in passato, per dirne alcuni, Tremaglia, Tentorio, Amadeo e la Gallone. Se avessi voluto far politica in un certo modo, non mi sarei certo iscritto al Pdl, dunque la mia storia politica parla chiaro. Credo quindi che si siano cose più importanti di questa e vorrei essere giudicato per il mio lavoro in Comune a Seriate, piuttosto che per un fatto così banale».
Il Pd, però, tuona sulla vicenda: «Tra i "camerati" presenti alla messa neofascista celebrata al cimitero di Bergamo c'era anche l'assessore Gabriele Cortesi, fotografato in un plateale saluto romano. È una vergogna – sottolinea Antonio Misiani, deputato Pd –. Di fronte a questa inaccettabile apologia di fascismo (reato, va ricordato, secondo la normativa vigente), ci aspettiamo una netta presa di posizione da parte della segreteria provinciale del Pdl bergamasco e del sindaco di Seriate. È utile che i cittadini sappiano con chiarezza se le convinzioni neofasciste di Cortesi sono ritenute compatibili o meno con i valori "liberali" del cosiddetto "partito dell'amore"». Nel corso della commemorazione non ci sono state, come l'anno scorso, contestazioni. Nella notte «Bergamo antifascista» aveva collocato sei manichini raffiguranti altrettanti civili fucilati su ordine di Gino Lorenzi nel Trevigiano come rappresaglia contro le azioni dei partigiani. Fa sapere «Bergamo antifascista»: «Abbiamo deciso di venire incontro agli "smemorati" neofascisti nostrani, aiutandoli a ricordare incatenando nel luogo delll'adunata 6 manichini raffiguranti i fucilati di Gaiarine». L'anno scorso era stato invece calato uno striscione di protesta da una gru. «Ora al posto del cantiere c'è un forno crematorio, uno sfondo decisamente adatto al raduno di padre Tam e sodali», spiegano gli antagonisti.
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