Mons. Scarpellini vescovo in Bolivia
«Sogno una chiesa missionaria»
Giovedì 9 settembre alle 15, in Bolivia, nella cattedrale di El Alto, dedicata alla Virgen di Copacabana, patrona della Diocesi (un milione di abitanti), si è tenuta l'ordinazione episcopale di monsignor Eugenio Scarpellini, originario di Verdellino, nominato vescovo ausiliare di El Alto.
Vescovo consacrante monsignor Jesus Juarez, vescovo di El Alto, conconsacranti monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo e monsignor Edmundo Abastoflores, arcivescovo di La Paz. Presenti i vescovi di Bolivia, tra loro il nunzio apostolico, monsignor Giambattista Di Quattro, i sacerdoti bergamaschi in Bolivia, i laici volontari e le religiose. Alla celebrazione erano complessivamente presenti 21 vescovi. In cattedrale 600 persone e altrettante hanno potuto seguire la celebrazione sul sagrato attraverso degli schermi.
Con monsignor Eugenio Scarpellini è stato consacrato anche monsignor Fernando Bascopé, pure lui ausiliare di El Alto. Il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, era accompagnato dal segretario, monsignor Giampietro Masseroli, e da don Gianbattista Boffi, direttore del Centro missionario diocesano di Bergamo.
Il vescovo Beschi ha regalato a monsignor Eugenio una croce pettorale di San Procolo, donata secondo la tradizione ai vescovi bergamaschi. La mitria è stata dono del Centro missionario diocesano di Bergamo. L'anello episcopale verrà consegnato da monsignor Sergio Gualberti, bergamasco vescovo ausiliare di Santa Cruz. È incastonata nell'anello una croce in oro che il papà di don Eugenio gli regalò il giorno della «promessa» in II liceo al seminario.
«Sogno una chiesa missionaria - ha detto tra l'altro monsignor Scarpellini -, attenta ai più lontani, capaci di generare vocazioni missionarie ed inviare missionari ad altre chiese di Bolivia, del continente, del mondo intero. L'esperienza di 22 anni come sacerdote missionario mi permette di affermare che la missione è una grazia del Signore, è una benedizione dello Spirito e mantiene vivo, fedele ed entusiasta il sì che abbiamo detto alla chiamata del Signore».
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