Volo di cinque metri dal cortile
Clandestino fugge dalla questura

Un nordafricano clandestino è riuscito a «evadere» dalla questura dopo essersi lanciato da quasi 5 metri e aver scavalcato l'inferriata alta 3. È stato invece bloccato un connazionale che tentava di fuggire insieme a lui. Tutto è accaduto giovedì mattina 2 settembre.

I due sono in questura, in attesa del trasferimento in tribunale dove il giudice di pace dovrà convalidare l'espulsione. Stanno entrambi rinchiusi nella stanza che dà sul lato di via Suardi, mentre i poliziotti che li dovranno condurre a palazzo di giustizia stanno ultimando le ultime pratiche in ufficio.

Il personale della questura è ridotto all'osso e in via Noli non si possono ormai permettere di lasciare di guardia agenti a due clandestini. Ci si limita così a rinchiudere a chiave i due nordafricani nel locale dove di solito vengono fatti accomodare gli extracomunitari in attesa di essere sottoposti ai rilievi dattilografici.

Poco dopo le 11 i due decidono di tentare la fuga. Prendono una panca e cominciano a usarla come ariete fino a che il lucchetto con cui è chiusa la porta non cede. I due aprono l'uscio e si trovano nel cortile superiore, quello a livello di via Suardi.

Qualche poliziotto si accorge di quanto sta accadendo e prova a inseguire i due, dando l'allarme ai colleghi. Da qui in poi inizia un inseguimento concitato, con gli agenti che urlano e qualche collega che esce dagli uffici e corre in loro aiuto.

I due fuggono nel cortile verso via Galgario e non esitano a lanciarsi nel cortile sottostante, che sta quasi cinque metri più sotto, quello utilizzato come parcheggio delle vetture private dei dipendenti della questura. Per attutire l'impatto ed evitare di finire sul selciato, i maghrebini decidono di atterrare sul tettuccio dell'auto di proprietà di un poliziotto.

Prima uno, poi l'altro, tanto che il tettuccio viene sfondato. I due poi scappano verso l'inferriata che s'affaccia su via Galgario, nei pressi della sede della polizia stradale.

Uno dei due nordafricani è però lestissimo ad arrampicarsi sulla recinzione (sbarre in ferro alte tre metri con spuntone finale) e a calarsi all'esterno, in via Galgario. L'altro viene invece afferrato per una gamba da un paio di agenti e bloccato. Il primo si dà alla fuga per le vie della città. Alcuni equipaggi vengono impegnati nelle ricerche, che in serata non avevano ancora dato frutti.

Il secondo viene denunciato a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento e poi accompagnato dal giudice di pace che convalida l'espulsione. Oggi verrà imbarcato su un aereo e rimpatriato.

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