Ponteranica: l'inno di Mameli
infiamma il Consiglio comunale

Parole grosse quelle volate martedì sera nella sala consiliare del Comune di Ponteranica. A pronunciarle il vicesindaco Giuseppe Minetti: «Pur rispettandola, io non mi riconosco nell'identità italiana. Per dirla con Giorgio Gaber: "Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono"». A scatenare l'esternazione del vicesindaco leghista (assente il primo cittadino Cristiano Aldegani) – che ha affermato di parlare a titolo personale – una mozione presentata dal consigliere Luca Oriani (Pdl) che, in conformità a quanto proposto a livello nazionale dalla segreteria del suo partito, ha chiesto che l'amministrazione si esprimesse favorevolmente rispetto alla proposta di legge dell'onorevole Paola Frasinetti, per l'affissione del testo dell'Inno di Mameli negli istituti scolastici di primo e secondo grado di tutt'Italia.

La risposta del vicesindaco alla lettura della mozione – corredata da un ricco cappello storico sull'unità nazionale e il valore simbolico del testo di Mameli e dalla considerazione che tutta l'iniziativa, a livello nazionale, costa un milione di euro – non si è fatta attendere e ha sorpreso non poco consiglieri d'opposizione e pubblico: «L'identità nazionale appare in Italia meno diffusa che in altri Paesi come, ad esempio la Francia; interrogati rispetto all'ambito territoriale cui si sentono più fortemente legati, solo metà degli italiani indica l'Italia nel suo insieme, mentre il 40% dichiara di percepirsi espressione del proprio Comune, della propria Provincia o della propria Regione. Significativamente sono gli abitanti del Centro-Sud a dichiararsi più volentieri italiani mentre, nel Nord del paese, solo anziani, donne e persone con titolo di studio inferiore rispondono allo stesso modo. Piaccia o no, da noi il sentimento di appartenenza alla nazione è poco diffuso».

Immediata la reazione del pubblico, dal quale è emerso il commento ad alta voce di uno dei presenti in riferimento al fatto che è proprio la tanto vituperata Italia a pagare gli stipendi da assessori ai suoi detrattori. I commenti del pubblico non hanno però intimidito Minetti, che ha rincarato la dose, aggiungendo che la proposta di Oriani gli ha fatto venire alla mente «le immagini di tanti documentari d'epoca conservati nell'archivio dell'istituto luce, in cui si vedevano giovani Balilla e avanguardisti schierati, impettiti e con la mano alzata».

A mitigare un po' l'intervento, una nota finale in cui il vicesindaco dichiara invece di riconoscersi «nel mondo sommerso delle varie associazioni di volontariato che con il loro lavoro riescono a coprire le falde del sistema Italia». Comunque sia, l'emendamendo di Oriani è stato respinto dalla maggioranza (eccetto Luca Tironi, Pdl, che ha votato a favore con Oriani), astenuta la minoranza. Appprovata all'unanimità invece l'altra proposta di Oriani, che ha chiesto di istituire un test antidroga facoltativo per consiglieri e assessori comunali.

Paolo Giovanni Baggi

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