«Ci servono trenta cammelli
Siamo bloccati sul Karakorum»

Un problema di cammelli. E di trattative che non vanno a buon fine. Non siamo nel deserto, ma sulle pendici di una delle montagne più alte del pianeta: il Gasherbrum I (8.068 metri), catena del Karakorum, dove i quadrupedi sono indispensabili per il rientro della spedizione organizzata dal bergamasco Agostino Da Polenza alla parete Nord di questo gigante.

I tre alpinisti impegnati sul campo - Daniele Bernasconi, Mario Panzeri ed Herve Barmasse - avevano dato forfait ormai una settimana fa, rinunciando all'ascensione a causa degli eccessivi rischi per via delle abbondanti precipitazioni delle scorse settimane. Qualcosa però è andato ulteriormente storto e i cammellieri kirghisi che, giunti al campo base a quota 8.300, si rifiutano di riportarli verso casa.

«Siamo bloccati qui, ostaggi di qualcosa che ignoriamo - spiega Da Polenza - stiamo cercando di convicerli a partire e abbiamo bisogno di 30 cammelli. Dobbiamo però fare in fretta, i fiumi glaciali che dovremo attraversare lungo il trekking si stanno ingrossando. Il sospetto è che si tratti di un problema di carattere economico fra l'agenzia italiana specializzata nell'organizzazione delle spedizioni, le autorità cinesi e i cammellieri».

Un intoppo che sembra fare il paio con quelli che la spedizione - partita lo scorso 11 giugno dall'Italia per salire l'inviolata parete Nord del GI, sul versante Nord del Karakorum - aveva dovuto affrontare nelle fasi preliminari. A pochi giorni dalla partenza, infatti, il gruppo si era ritrovato con tre compagni in meno per la rinuncia di Michele Compagnoni, Soro Dorotei e Silvio Mondinelli.

Non solo. Fino a metà luglio il resto del team non ha potuto raggiungere il campo base per difficoltà logistiche e di coordinamento con l'ufficiale di collegamento e lo staff cinese. Un ritardo che ha fortemente contribuito alla rinuncia finale, legata alle pessime condizioni in cui si trovava la parete, molto carica di neve.

«Con più tempo per studiarla - ha commentato Mario Panzeri - avremmo certo avuto qualche chances in più». «Il risultato è insoddisfacente - dice ancora Da Polenza - ma le decisioni prese dai tre alpinisti sono giuste. La sicurezza prima di tutto». «Ora - conclude Daniele Bernasconi - abbiamo solo voglia di tornare a casa». A separarli dall'Italia un solo ostacolo: questi 30 cammelli che sembrerebbero non volersi schiodare dal GI.
 E. Fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA