Cinghiali tra Bruntino e Sorisole
È allarme nel Parco dei Colli

È allarme, nel Parco dei Colli, per la presenza di cinghiali nella selvaggia valle del Giongo tra Bruntino e Sorisole. Presenza che potrebbe, se non arginata tempestivamente, crescere in modo esponenziale. Dei voraci ungulati si stima la presenza di una cinquantina di esemplari.

Una cifra preoccupante che ha messo in stato di allerta il Parco dei Colli di Bergamo che si sta muovendo con la Provincia per fronteggiare il problema. Sul radicamento in atto nel Parco due sono le ipotesi, peraltro non esclusive l'una con l'altra. «Una prima considerazione - spiega Roberto Lanza, vicepresidente del Parco - pone la Val Cavallina e l'Alto Sebino, attraverso la Val Seriana, come gli habitat di provenienza dei cinghiali. Una seconda congettura, non documentata con prove, ma comunque sostenuta dagli esperti, vuole che gli animali siano stati immessi volontariamente nella valle del Giongo da cacciatori poco responsabili per semplice opportunismo venatorio».

«Animali che muovendosi in cerca di cibo - continua Lanza - provocano danni al sistema della colture del nostro territorio come possono essere i vitigni. Inoltre i cinghiali tendono a essere dominanti nell'area che occupano tanto da mandare "in sofferenza" altri animali, come i caprioli, con le quali competono per la ricerca del cibo». 

Lanza esclude la possibilità che i cinghiali possano attaccare l'uomo. «A meno che non si superi la zona prossemica di una femmina che tiene sotto osservazione una cucciolata il rischio non sussiste». Restano i danni a contadini e agricoltori. Il disastro che combinano negli spazi dove affondano il muso per cercare le radici e i tuberi di cui sono ghiotti non è facilmente risanabile. 

Parco e Provincia (Lanza auspica anche il coinvolgimento delle associazioni venatorie) dovranno lavorare a stretto contatto con un'azione pianificata e non invasiva. «Perché non ci si può permettere di sparare con disinvoltura in un parco dove la presenza umana non è trascurabile». Leggi di più su L'Eco di martedì 20 luglio.

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