Più di tre ore di attesa in aereo
per un volo Ryanair da Barcellona

Curiosa avventura quella capitata a due giovani bergamaschi giovedì scorso in un viaggio aereo Ryanair di ritorno da Barcellona che si è rivelato sconcertante. Partenza alle 18,15 dall'aeroporto di Girona. «Dopo circa un'ora di attesa per imbarcarci ci hanno finalmente detto che il volo era in ritardo - racconta Paola - per lo sciopero dei controllori di volo francesi. La partenza era stimata per le 22 e ci siamo adeguati, aspettando all'interno dell'aeroporto».

Alle 22 Paola e il suo compagno sono pronti al gate di imbarco. «Eravamo parecchi ad aspettare - continua -, il volo era pieno e c'erano molte famiglie con bambini piccoli. Alle 22,20 finalmente ci hanno imbarcato». Ma, allacciata la cintura, ecco la sorpresa: «Il comandante ha annunciato che non saremmo riusciti a partire prima delle 2 di notte, ma che ci tenevano comunque a bordo per un'ora e mezza perché - nel caso in cui si fosse liberata una rotta - saremmo già stati pronti a partire».

In molti protestano, alcuni se ne vanno, i più restano e aspettano. E dopo un'ora e mezza un nuovo annuncio: nulla di fatto, si cominciano le operazioni di sbarco in attesa di poter partire dopo le 2. «Abbiamo preso i bagagli e ci siamo messi in fila per scendere, ma dopo un quarto d'ora ci hanno annunciato che farci sbarcare era troppo complicato e che ci avrebbero tenuto a bordo fino a dopo le 2. Era mezzanotte e mezza!».

A questo punto le proteste si fanno vigorose, mentre i bambini piangono e lo sconforto si fa largo tra i passeggeri. Un uomo viene bloccato dagli stuart mentre cerca di entrare nella cabina del pilota, una ragazza urla che denuncerà Ryanair per sequestro di persona. All'1,20 qualcosa si muove, pare si sia liberato uno slot. «Dopo una passeggiata in pista di venti minuti, a cinture allacciate, finalmente siamo decollati - conclude Paola - e atterrati fin troppo velocemente a Orio. Va bene che questi voli costano poco ma tenerci chiusi là dentro più di tre ore mi pare un po' troppo».
 Sara Agostinelli

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