Cronaca / Isola e Valle San Martino
Domenica 20 Giugno 2010
Bossi a Pontida: «Per la secessione
scelta la via migliore e pacifica»
«Dal Governo non ci caccia nessuno» e «per la secessione abbiamo scelto la via migliore e pacifica: continueremo fino alla Padania libera ma senza i fucili». Lo ha detto Umberto Bossi intervenendo dal palco al raduno dei leghisti a Pontida. Rassicurazioni e toni smorzati, dunque. Ma il leader dei lumbard rispetta anche un po' la tradizione dei proclami lanciato in queste occasioni a suoi seguaci e annuncia: «È necessario spostare
da Roma i ministeri».
Bossi ha voluto ricordare che, dopo l'approvazione del Federalismo, bisognerà passare al decentramento anche dei ministeri, come accaduto a Londra e in Francia: «Noi siamo il Paese più centralista del mondo, e spostare i ministeri significa spostare anche migliaia di posti di lavoro che adesso sono tutti a Roma».
A proposito di secessione: «So quanti di voi sono pronti a battersi, anche milioni, ma io ho scelto la strada pacifica rispetto a quella del fucile. La lotta della Lega - ha assicurato - non finirà fino a quando la Padania non sarà libera, perchè non dimentichiamo che la Lega è nata per la
libertà della Padania So benissimo cosa vuole il Nord».
E sul Governo Bossi, ha rassicurato sui rapporti con gli alleati e con il premier Silvio Berlusconi: «Non è che Berlusconi può cacciarci. Nessuno ci può cacciare, perché altrimenti dove li trovano i voti? State tranquilli, non ci caccia nessuno, anzi tutti ci vogliono».
Nonostante il freddo e la pioggia i militanti sono arrivati da tutta Italia. Accanto al palco, con la scritta «Fratelli su libero suol», per la prima volta è stata installata una statua alta 10 metri di Alberto da Giussano. Sul pratone sono arrivati anche i trattori dei produttori di latte.
Sul palco, tra i tanti politici, prima dell'arrivo del Sanatur, anche il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che esclude che la manovra correttiva del Governo metta a rischio il federalismo: «Chi dice così - ha detto a margine del raduno del Carroccio - veramente non conosce l'argomento e non ha voluto leggere la manovra perché una delle specifiche è che non va ad influenzare il federalismo e le risorse che verranno fiscalizzate».
Calderoli ha poi sottolineato che «l'unica risposta alla crisi è proprio il federalismo che ne è la cura». Il ministro bergamasco ha anche replicato al segretario del Pd Pierluigi Bersani che ha accusato i leghisti di essere «mollaccioni con i miliardari», accusando il governo di centrosinistra di avere pensato alle banche. «Diversamente da lui - ha spiegato Calderoli - non ho mai fatto trattamenti privilegiati per banche e assicurazioni come invece si è contraddistinto il governo della sinistra. Se quelli - ha concluso - sono i poveri che loro hanno tutelato, ragazzi miei siamo messi proprio male».
Anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, ha parlato di federalismo, escludendo che la manovra correttiva del Governo possa mettere a rischio la sua attuazione: «Anzi - ha detto - il decentramento sarà la soluzione per ridurre la spesa pubblica e gli sprechi. La manovra - ha spiegato a margine del raduno di Pontida - evidenzia che c'è bisogno di ridurre la spesa pubblica. Per farlo, e allo stesso tempo non ridurre i servizi e addirittura aumnentarli c'è bisogni del federalismo, questa è la soluzione». Cota ha però ribadito la richiesta «che vengano premiate le Regioni virtuose e non chi non ha rispettato il patto sulla salute e il patto di stabilità».
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ritiene che «la battaglia del federalismo sarà certamente vinta perché noi abbiamo un leader che nessuno ha come Umberto Bossi». Quella per il federalismo, ha continuato dal palco di Pontida, «è la battaglia delle battaglie. Il federalismo è nato qui, è la nostra battaglia, la nostra guerra. Siamo vicini alla vittoria finale. Bossi è stato il nostro guerriero per convincere e costringere i nostri alleati a varare una legge sul federalismo. Ora mancano alcuni passi decisivi e difficili, per questo il sostegno del popolo della Lega è molto importante. La battaglia sarà certamente vinta».
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