«Questa è integrazione
Bergamo, una città aperta»

Sono incuriositi dal pubblico, stupiti per il bel gioco, qualcuno fa il tifo anche se non dice per chi. È la tribuna delle autorità. Tantissimi i rappresentanti di enti e istituzioni, pubblici e privati, che non hanno voluto mancare alla finale. «Un'iniziativa importante per gli scopi che vuole raggiungere - dice <Cesare Zonca, presidente del Credito Bergamasco, sponsor del Torneo Bergamondo -. È bello vedere che persone, spesso tenute ai margini, fanno festa, se la godono e vengono accettati da tutti».

«È piacevole vedere gente integrata e che vuole integrarsi - rimarca il presidente della Provincia, Ettore Pirovano -. I bergamaschi sono un po' chiusi, ma quando si trovano davanti delle brave persone aiutano sempre». In rappresentanza del Comune di Bergamo c'è l'assessore ai Servizi sociali, Leonio Callioni: «Il Bergamondo è la concretizzazione di tante cose che si dicono sull'immigrazione».

Il sindaco di Alzano, Roberto Anelli, aggiunge: «È una manifestazione valida». A dare il calcio d'inizio è stato il neopresidente dell'Atalanta, Antonio Percassi: «È una manifestazione fantastica perché i migranti sono il 10% della popolazione bergamasca. C'è anche qualcuno con i piedi buoni, ma a visionarli ci pensano i nostri tecnici».

Per Ferdinando Piccinini, segretario della Cisl Bergamo, «lo sport è una delle strade per l'integrazione». Luigi Bresciani, segretario generale della Cgil, aggiunge: «È un'iniziativa che può far superare le incomprensioni», mentre Marco Cicerone della Uil sottolinea:«Il calcio ha la capacità d'aggregare».

Per Gigi Petteni, segretario del Cisl lombarda, è l'occasione per «capire come è cambiata la provincia. Gli immigrati sono i nuovi cittadini». Per l'assessore regionale all'Ambiente, Marcello Raimondi, «Bergamondo dimostra che la presenza degli immigrati fa parte del tessuto sociale della Bergamasca».

Il deputato Pd, Antonio Misiani, parla di «successo dell'iniziativa in una terra che vive la sfida dell'immigrazione». Il rettore dell'Università, Stefano Paleari, mette l'accento sul fatto che «i valori nascono dalla condivisione degli spazi di vita». «È una bella iniziativa di coesione sociale» è il commento di Carlo Vimercati, presidente Fondazione Comunità Bergamasca.

«È interessante la possibilità di interagire tra le varie nazionalità» osserva don Massimo Rizzi, direttore del segretariato migranti della Diocesi, mentre Hamath Diagne, presidente dell'Assosb (associazione senegalesi bergamaschi), rilancia: «Mi auguro che l'anno prossimo ci siano più italiani».

Presenti anche Emilio Moreschi, Massimo Cincera e Lucio Cassia, rispettivamente presidente, amministratore delegato e consigliere d'amministrazione della Sesaab, la società editrice de L'Eco, Carlo Sileo degli Ospedali Riuniti, Massimo Giupponi dell'Asl, Gabriele Cimadoro dell'Idv, Elena Carnevali del Pd, Mimma Pelleriti della Cisl, Eugenio Torrese, Agenzia per l'integrazione, Valerio Bettoni del Coni, Isidoro Fratus dell'Atalanta, Walter Bonati dell'AlzanoCene, Aldo Piceni della Miro Radici Ag e tanti rappresentanti dell'associazionismo.

«Ringrazio il Comune di Alzano, tutte le autorità presenti e l'AlzanoCene che ha spostato un evento sportivo per permettere di giocare la finale - ricorda il direttore de L'Eco, Ettore Ongis -. Questa è la dimostrazione che Bergamo è una città aperta, in cui tutte le persone serie possono vivere e lavorare in serenità e concordia. Bergamondo è una festa che cresce ogni anno e che vogliamo far crescere ancora».
 R. Av.

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