Disagi prevedibili e assurdi
Treni purtroppo non affidabili

«Le mie figlie stamattina erano tra i passeggeri saliti sulla Freccia Orobica a Rovato. Salite con estrema fatica, dato l'affollamento, e sistemate nel vano di una porta, una seduta in terra e una sulla valigia. Per fortuna io e mio marito non avevamo ancora lasciato la stazione e, quando abbiamo capito quello che stava succedendo, dopo circa un'ora di attesa e l'arrivo dei carabinieri (non so se chiamati dal capotreno che voleva tutelarsi, o da qualche passeggero giustamente inferocito), abbiamo preso figlie e bagagli e le abbiamo portate in auto alla loro destinazione, Cervia».

«Facendo per questo più di 600 km in giornata, non preventivati, con notevole dispendio di tempo, energia e denaro. Sia io che i miei figli viaggiamo spesso in treno e abbiamo una lunga collezione di disservizi e ritardi. L'episodio di oggi, però, li supera tutti. Posso comprendere la necessità di garantire la sicurezza di tutti portata avanti dal capotreno, ma non che questa vada a danno dei passeggeri».

«Trovo assurdo che si dica "si sono venduti troppi biglietti rispetto ai posti disponibili", perché i biglietti della Freccia Orobica hanno punti vendita che non coincidono con le biglietterie di Trenitalia, e sono biglietti a fascia chilometrica. Volersi servire delle biglietterie Trenitalia, tra l'altro, è praticamente impossibile anche in un comune con un nodo ferroviario importante come Rovato: la biglietteria è quasi sempre chiusa».

«Mi sono informata anche per una prenotazione dei posti, ma mi è stato detto che i posti sulla Freccia Orobica sono prenotabili solo recandosi presso la stazione di origine, cioè Bergamo. Io ho fatto il mio dovere di viaggiatore, le mie figlie hanno regolarmente obliterato il biglietto prima di salire, ma non so se questo biglietto non utilizzato potrà essere rimborsato. Dalle prime informazioni pare di no, perché è stato istituito un servizio sostitutivo di autobus».

«Paragonare le quattro ore previste di treno con un autobus partito verso mezzogiorno, e arrivato a destinazione chissà quando, dovendo seguire il percorso Ostiglia-Nogara-Sermide- Ferrara, mi sembra abbastanza ridicolo. Le mie figlie viaggiavano da sole, e mi sembra che chiunque avrebbe cercato di evitare una simile odissea. Per non citare gli infiniti motivi, tutti validi, che possono costringere un viaggiatore ad arrivare in un luogo entro un certo orario, non sei o sette ore dopo».

«Informazioni precise ai passeggeri, nella prima ora, non ne sono state date. Concludo chiedendomi se non era prevedibile un alto afflusso di passeggeri su questo popolarissimo treno nella prima domenica di giugno dopo la chiusura delle scuole in Lombardia. Non sarebbe stato meglio per tutti aggiungere un paio di carrozze al convoglio? E per di più, i treni Vivalto a due piani hanno l'aria condizionata, ma sono pensati per i brevi tragitti dei pendolari, non certo per un percorso di 375 km fatto da persone con bagagli voluminosi».

«Sul Vivalto il posto per i bagagli non c'è, e anche stamattina non pochi posti a sedere erano occupati dalle valigie. Le mie figlie sono state fortunate ad avere l'alternativa immediata del viaggio in auto. Ma il treno dovrebbe proprio essere l'alternativa all'auto, il mezzo economico, affidabile, sicuro, cosa che in Italia è invece diventata sempre più difficile da ottenere, come l'esperienza di oggi purtroppo conferma».
 Lettera firmata

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