Mafia: maxi operazione a Palermo
Nei guai bergamasco, già detenuto

Ci sono anche nomi della grande imprenditoria siciliana tra quelli finiti nel ciclone giudiziario con l'operazione che ha condotto a 19 arresti nell'operazione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Tra questi c'è un noto imprenditore del settore enologico: Francesco Lena, titolare dell'impresa vitivinicola «Abbazia Santa Anastasia» di Castelbuono.

Ad incastrare Lena, che deve rispondere di associazione mafiosa, sono state alcune intercettazioni ambientali, e soprattutto le dichiarazioni rese ai magistrati da diversi collaboratori di giustizia. Dai racconti dei pentiti, infatti, è emerso come Cosa nostra abbia cercato di riciclare le proprie risorse illecite reinvestendole in quelli che sono considerati settore-traino dell'economia isolana, come appunto è la produzione del vino.

Lena, però, non è l'unico imprenditore finito in manette. Insieme a lui, infatti, è finito in carcere anche il costruttore Vincenzo Rizzacasa, presidente della società «Aedilia Venusta», già espulsa l'anno scorso da Confindustria Palermo, e Filippo Chiazzese. Quest'ultimo, presidente della «Agricoltura e giardinaggio sas» aveva vinto la gara per la realizzazione di lavori nel Parco d'Orleans, il giardino antistante la sede del Governo regionale.

Tra i destinatari delle ordinanze anche Giuseppe Massimo Troia, 35enne originario del Bergamasco, che peraltro è già detenuto: la misura gli è stata infatti notificata in carcere.

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