Cronaca / Isola e Valle San Martino
Martedì 18 Maggio 2010
Infortunio alla Fbm Hudson di Terno
Salvato il braccio del ferito
I medici degli Ospedali Riuniti di Bergamo, dove lunedì sera 16 maggio era stato portato dopo un infortunio sul lavoro, lo hanno operato al braccio sinistro e gli hanno amputato il dito pollice della mano. L'operaio, un indiano di 43 anni, è ancora ricoverato, con una prognosi di quaranta giorni.
L'incidente è accaduto a Terno d'Isola. S.V.G, di nazionalità indiana e residente in paese, era al lavoro nell'azienda Fbm Hudson, della quale è dipendente. Lunedì sera intorno alle 21, mentre lavorava un pezzo di ferro sul tornio, per cause ancora da accertare è rimasto ferito in modo grave al braccio sinistro. Sul posto è intervenuto il personale del 118, che dopo le prime cure ha provveduto a trasportare d'urgenza il ferito con un'ambulanza agli ospedali Riuniti di Bergamo.
Al Pronto soccorso i medici avevano, in un primo momento, prospettato l'esigenza di un'amputazione del braccio; dopo approfonditi esami, invece, hanno optato per un intervento chirurgico che gli ha salvato l'arto (fratturato all'altezza dell'avambraccio), decidendo per l'amputazione del solo pollice della mano sinistra.
Sul posto dell'infortunio sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Zogno e i colleghi della stazione di Calusco d'Adda, che hanno subito allertato l'Asl di Bergamo. Nel giro di pochi minuti all'azienda Fbm Hudson di via Valtrighe sono arrivati i tecnici dell'azienda sanitaria di Bergamo (servizio prevenzione infortuni sul lavoro, con sede a Bonate Sotto) che hanno effettuato con i carabinieri un minuzioso sopralluogo, raccolto indizi e testimonianze per stabilire la dinamica dell'infortunio e accertarne le eventuali responsabilità. I dipendenti hanno proclamato un'ora di sciopero alla fine di ogni turno. «Anche se siamo ancora in attesa delle opportune verifiche circa la dinamica e le eventuali responsabilità dell'accaduto – spiega Paola Guerini, della Fiom-Cgil – con i lavoratori e la Rsu abbiamo condiviso la necessità di dichiarare lo sciopero e, dunque, fermare la produzione, per richiamare l'attenzione sulle misure di sicurezza nel luogo di lavoro. Il dato paradossale è che, anche in un periodo di crisi, con ritmi di attività presumibilmente meno intensi, accadano infortuni gravi come questo. L'attenzione deve sempre restare alta».
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