Cronaca
Giovedì 13 Maggio 2010
S.Paolo d'Argon, rinasce l'abbazia
che ospiterà un polo culturale
Il restauro del monastero di San Paolo d'Argon avanza ed è come sfogliare un trattato di storia dell'architettura e dell'ingegneria È come sezionare secoli di evoluzione dei materiali e delle strutture, delle soluzioni costruttive, dettagli, simboli. Non solo, naturalmente. L'abbazia è stata per secoli un importante polo culturale ed economico, ed è il monastero benedettino che ha dato il nome al paese, non viceversa (l'abitato si chiamava Buzzone).
Nei chiostri, nei corridoi, nei sotterranei, nelle navate, nelle sale, nello spettacolare refettorio affrescato con le «Storie di Ester e Assuero», è passata la storia ai piedi del colle d'Argon. Per capire basta anche solo un semplice elenco con i nomi di chi ha affidato progetti, realizzato, decorato, affrescato, aggiunto, migliorato: Fulgenzio da Mantova, Pietro da Verona, Francesco Superchi da Venezia che realizza il campanile nel 1675, il luganese Domenico Messi che progetta la chiesa nel 1684 in marmo di Zandobbio, poi Cassiodoro da Novara, Benedetto da Brescia che pensò al granaio, Ignazio da Asola che fa scavare la cisterna sotto il chiostro grande.
Il grande complesso infatti, sta rinascendo grazie a un Accordo di programma firmato nel 2006 da Regione, Provincia, Comune di San Paolo d'Argon e Università di Bergamo, insieme alla diocesi e alla parrocchia, proprietarie dell'abbazia, e alla Fondazione Cariplo che ha fatto la sua parte donando 2,5 milioni. Il contratto ha liberato complessivamente 12 milioni di euro per salvare un patrimonio che si prepara a tornare al destino stabilito, dopo il Mille, dai monaci benedettini della regola di Cluny: accogliere un polo culturale e formativo, calamitare studiosi, riproporsi come scrigno di sapere unico non solo in Bergamasca, ma anche in tutta Italia, ospitando un Museo e un centro studi sulle migrazioni, oltre a un Polo formativo della nautica da diporto.
Sul sito dello studio che segue le progettazioni e la direzione lavori, linkato a quello del monastero - wwww.abbaziasanpaolodargon.it - si possono seguire «in diretta» le fasi del restauro: www.studioamigoni.com.
Maggiori dettagli su L'Eco di Bergamo del 13 maggio
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