Farmaci «intelligenti» contro il tumore al seno

Bergamo si candida tra i centri di riferimento più autorevoli in campo nazionale. Oggi un convegno per le donne

Bergamo si candida a diventare uno tra i centri di riferimento più autorevoli in campo nazionale per la cura del tumore al seno. Tre le evidenze che dimostrano quanto sia possibile raggiungere questo traguardo in tempi brevi: gli ottimi risultati dello screening mammografico promosso dall’Asl (sia per l’alto numero di adesioni, sia per l’elevata capacità di «scovare» piccoli noduli eliminabili prima che sia troppo tardi), la particolare efficacia delle cure cui le donne si sottopongono, il fatto che i reparti oncologici degli ospedali bergamaschi lavorano in stretta sinergia tra loro. Un mix di fattori che sta già dando i primi risultati: un calo complessivo della mortalità, soprattutto nella fascia giovanile (prima dei 50 anni), dove il tumore alla mammella è decisamente più aggressivo che in età più avanzate.

Buona parte dei meriti va anche alla forte integrazione tra prevenzione, nuove tecniche chirurgiche (dalla prossima primavera i Riuniti sperimenteranno per primi in Lombardia e tra i pochi in Italia «Eliot», nuova metodica che associa all’intervento anche un’unica seduta di radioterapia) e farmaci «intelligenti», capaci cioè di «personalizzare» la cura per ciascun malato. Progressi medico-scientifici che oggi consentono a otto donne su 10 di sconfiggere realmente il tumore al seno con non più di due giorni di ricovero. «Dati, questi, impensabili solamente 20 anni fa – dice Roberto Labianca, direttore dell’Oncologia medica dei Riuniti e presidente nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica –, quando le guarigioni non superavano il 40% e anche la vittoria sulla malattia lasciava comunque segni indelebili nel corpo delle donne. Oggi il 90% conserva il seno e grazie alla tecnica del linfonodo sentinella il 70% mantiene intatta anche l’ascella. La donna operata ha cioè una qualità di vita del tutto paragonabile ad una sana, né va incontro a discriminazioni sotto il profilo estetico».

Ma guai ad accontentarsi: «In Italia ogni anno il carcinoma della mammella colpisce ancora oltre 28.000 donne (900 nuovi casi l’anno a Bergamo) e causa 11.000 decessi. Rimane la prima causa di morte nella fascia d’età tra i 35 e i 44 anni. I progressi scientifici sono fondamentali, ma non bastano: devono essere percepiti e conosciuti dalle dirette interessate, così come deve essere continuamente sostenuta la cultura della prevenzione, in modo da anticipare il più possibile la scoperta di un’eventuale neoplasia». Considerazioni ribadite con forza anche dal direttore generale dei Riuniti, Stefano Rossattini. Da qui l’incontro di oggi al Centro congressi Giovanni XXIII, dalle 14,30 alle 19, dove le donne potranno trovare risposte ai propri dubbi. Al convegno si parlerà anche delle nuove terapie farmacologiche – farmaci chemioterapici per bocca, terapie anticorpali o ormonali – che hanno rivoluzionato le cure.

Proprio di ormonoterapia si discuterà in un altro convegno (per specialisti) in programma domani al Centro congressi. «Il ruolo dell’ormonoterapia nel trattamento del carcinoma mammario – spiega Carlo Tondini, direttore dell’Unità di Oncologia senologica e prevenzione genetica dei Riuniti – è tuttora argomento di controversia. Questo è tanto vero in generale per la donna in pre-menopausa, quanto in particolare per la donna giovane, in cui le problematiche oncologiche si intrecciano con il desiderio di procreazione. Pertanto al convegno parteciperà una vasta rappresentanza di oncologi medici che si occupano, nella pratica quotidiana, delle scelte terapeutiche da consigliare a queste pazienti. Agli esperti verranno proposti alcuni casi clinici esemplificativi, sui quali dovranno rispondere a quesiti gestionali specifici attraverso il televoto. L’analisi delle risposte consentirà di verificare il livello di controversia esistente su alcune problematiche e di attivare la discussione. Sono inoltre previste presentazioni didattiche mirate ad approfondire i dati scientifici uniti alla discussione».

(12/11/2004)

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