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Cronaca
Sabato 24 Aprile 2010
Doping, chiesti 29 rinvii a giudizio
Eddy Mazzoleni rischia il processo
Ventinove le persone per le quali il sostituto procuratore ha chiesto il rinvio a giudizio, al termine di un'inchiesta nata contro il doping tra i culturisti, ma che ha finito per risucchiare qualche bel nome del mondo del ciclismo. Tra chi rischia il processo ci sono infatti il corridore azzurro Luca Paolini, l'ex ciclista bergamasco Eddy Mazzoleni e sua moglie Elisa Basso, sorella di Ivan, il vincitore del Giro d'Italia 2006. Ai tre il pm contesta, a vario titolo, l'acquisto e l'utilizzo di sostanze dopanti, tra cui l'Epo.
L'indagine riguardava un traffico di anabolizzanti tra gli appassionati di body building e aveva raggiunto il suo culmine nell'autunno del 2006, con perquisizioni e arresti in tutta Italia. Otto persone erano finite in carcere, altre 14 ai domiciliari. Per cinque palestre, tra cui l'Athena di Gorle, erano scattati i sigillli della magistratura, mentre in un box di Milano erano state sequestrate decine di migliaia di confezioni di doping, per un valore di 65 mila euro. L'ipotesi del pm Rota è che le sostanze arrivassero dall'estero (Spagna, Marocco, Nord Europa, Sudamerica), ordinate tramite internet o per telefono.
In tre hanno già scelto di uscire dall'inchiesta patteggiando la pena: tra questi R. C., 40 anni, di Azzano San Paolo, legale rappresentante della palestra Athena, e quello che il pm reputava il perno del traffico illecito, G. C., 47 anni, di Milano. Altri bergamaschi, oltre a Mazzoleni, rischiano il rinvio a giudizio. Si tratta di G. F., 30 anni, residente in città, ex istruttore di body building, attualmente tatuatore e buttafuori per alcuni locali, e di P. G. C., 42 anni, culturista di Calusco, che devono rispondere del commercio abusivo di anabolizzanti. La terza è una donna, V. S., 28 anni, residente in città, accusata di ricettazione perché, per l'accusa, avrebbe ricevuto cellulari e schede telefoniche di dubbia provenienza.
S.S.
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