Cronaca
Sabato 17 Aprile 2010
La mamma di Marco: «Era uscito
a far benzina, non è più tornato»
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«Esco solo per fare benzina, torno presto», le sue ultime parole alla mamma. E lei, Rosangela, accorgendosi che il figlio tardava si è preoccupata, è uscita in strada. «Ho incontrato il curato, tornava dal luogo dell'incidente, mi ha fermato. È stato lui a dirmi cosa era successo», racconta ancora incapace di accettare quanto accaduto.
Marco Bonandrini è morto giovedì sera sulla provinciale 42, vittima di un incidente stradale. La dinamica precisa è ancora al vaglio dei carabinieri della stazione di Gandino, ma alcuni testimoni hanno fornito una prima versione dell'accaduto. Raccontano che il ragazzo, in sella a un ciclomotore Malaguti Phantom, era appena uscito dalla stazione di servizio Total, dove aveva fatto rifornimento: immessosi sulla provinciale, Marco è stato travolto da una Volkswagen Polo diretta verso Leffe, scaraventato in aria e, dopo la caduta a terra, investito da una Fiat Seicento che viaggiava in senso opposto e che non ha potuto evitarlo.
In paese la notizia del terribile incidente è circolata subito, Marco Bonandrini viveva in paese, era conosciuto. Venerdì nell'abitazione della famiglia, in vicolo secondo San Carlo dove è stata composta la salma, è stato un mesto via vai. Parenti, amici, conoscenti, amministratori pubblici ma anche semplici concittadini che, venuti a sapere, hanno voluto porgere le loro condoglianze ai genitori di Marco. La famiglia Bonandrini è nota a Casnigo e stimata da tutti: il papà Oscar è artigiano nel settore del serramenti in alluminio, la mamma Rosangela è dipendente comunale. Poi c'è Paolo, il fratello minore di Marco, che frequenta la seconda media in paese.
«Era un ragazzo buono, estroverso ma riflessivo, equilibrato, benvoluto da tutti - continua la mamma - Amava la vita. Da due anni aveva il motorino e non gli era mai successo niente. Aveva compiuto 16 anni solo nove giorni fa». Aggiunge il papà Oscar: «A Marco piaceva tanto il calcio, faceva parte di una formazione del Casnigo, amava la pesca, aveva anche la licenza. Spesso mi accompagnava quando andavo a cercare funghi, era appassionato anche di quello, era diventato competente».
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