Il Wwf in coro: ora la Provincia
apra un confronto sulla caccia

Dopo che il piano faunistico venatorio della Provincia di Bergamo è stato annullato, la notizia è di martedì 13 aprile, da una sentenza del Tar di Brescia che ha messo fine a un contenzioso che durava ormai da dieci anni, mercoledì 14 il Wwf, che aveva ricorso ripetutamente al Tar, ha sottolineato in una conferenza stampa i punti salienti accolti dalla sentenza ed Enzo Mauri, direttore della riserva naturale «Oasi Valpredina», ha auspicato che «la Provincia apra un confronto aperto sulla caccia e punti a una pianificazione più corretta».

Paola Brambilla, presidente Wwf Lombardia, ha commentato: «La speranza è che la nuova Regione Lombardia, la nuova Provincia di Bergamo e i suoi nuovi amministratori, che ho incontrato e che mi paiono più attenti, decidano di abbandonare una politica venatoria insensata e dannosa anche per la categoria venatoria, e destinata alle aule giudiziarie, per avviare una politica e una pianificazione venatoria partecipata e condivisa, da costruirsi in tavoli sgombri da ideologie e fatti di competenza. Il Wwf, come sua prassi, attende fiduciosa l'invito delle istituzioni».

Ricordiamo che il piano faunistico provinciale, praticamente un «piano regolatore della caccia», disciplina la destinazione del territorio agrosilvopastorale, stabilendo gli ambiti soggetti all'attività venatoria. Il Wwf aveva impugnato il piano fissato dalla Provincia nel 2000 in primis perché consentiva la caccia oltre misura, con un calcolo del Tasp non corretto, e perchè inoltre non contemplava un progetto di miglioramento ambientale.

I punti salienti accolti dalla sentenza concernono 1) le aree percorse dal fuoco, 2) l'individuazione della zona Alpi, 3) il calcolo del territorio agrosilvopastorale (Tasp), 4) i valichi montani con la tutela delle rotte di migrazione, 5) gli appostamenti fissi di caccia (capanni) e 6) le zone di addestramento cani.

In particolare, il Tar per il punto 2 il censura la mancanza di ogni motivazione nella scelta di escludere le Prealpi dalla zona Alpi e per il punto 3 ribadisce che non tutti i terreni su cui è vietata la caccia possono andare a comporre il Tasp protetto, che invece va calcolato soltanto in base a quelli che possono servire di rifugio alla fauna stessa. 

Ora si attendono le decisioni della Provincia che dovrà correggere la rotta entro giugno. Già oggi potrebbero scaturire nuovi orientamenti. La stagione della caccia riaprirà a fine settembre. Nella Bergamasca sono 13.500 i cacciatori.





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