Tra i test che stanno eseguendo gli studiosi guidati da Giorgio Gruppioni, antropologo dell'università di Bologna (sede di Ravenna), e da Silvano Vinceti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali, c'è anche quello del Dna. Infatti è previsto il confronto fra il Dna prelevato lo scorso mese da sei residenti di Caravaggio (cinque Merisio e una Venizzoni) considerati portatori di tratti genetici comuni a quelli del pittore e quello prelevato dai resti ossei ritrovati a Porto Ercole.
L'attesa è molto forte. Ad oggi però non c'è ancora nulla di certo anche se, a quanto fino ad ora trapelato, in uno dei nove scheletri sotto esame sono state trovate grandi quantità di piombo e mercurio, metalli pesanti che si trovavano nelle vernici normalmente utilizzate dal Caravaggio. Possibile quindi che si tratti proprio dello scheletro del pittore.
Recentemente è emersa anche una nuova ipotesi: la tomba di Michelangelo Merisi potrebbe trovarsi nella fortezza spagnola Forte Filippo che si trova sempre a Porto Ercole. Qui il team di studiosi di Gruppioni e Vinceti si è già messo al lavoro. Tale ipotesi è però ritenuta improbabile tanto che l'attenzione maggiore continua ad essere rivolta alle analisi, ormai in fase conclusiva, sui nove scheletri ritrovati nel cimitero di San Sebastiano.
Sulle ossa in cui sono state trovate concentrazioni di metalli pesanti sono attualmente in corso esami del carbonio 14 per verificare che risalgano al 1600. Martedì prossimo a Caravaggio verranno inoltre effettuati nuovi prelievi di Dna dai sei residenti di Caravaggio che già si sono prestati a questo esame. «Ciò a dimostrazione – afferma Vinceti – della serietà della ricerca che stiamo compiendo». Ma se fra i nove scheletri trovati a Porto Ercole ci dovesse essere anche quello del Caravaggio, dove verrà portato? Dovrà rimanere nella città dove è stato seppellito. Trattative però fra il comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali e l'amministrazione comunale di Caravaggio sono già in corso affinché i resti ossei del pittore vengano per un periodo di tempo limitato riportati a Caravaggio e mostrati ai caravaggini.
«Lo dobbiamo alla città e ai suoi abitanti – afferma Vinceti – qui il pittore ha trascorso la sua fanciullezza insieme alla sua famiglia. È giusto quindi che ci faccia ritorno anche se solo per pochi giorni». E proprio alla fanciullezza di Michelangelo Merisi, che a quanto risulta ha vissuto a Caravaggio fra il 1577 e il 1583 per poi farci ritorno per un breve periodo intorno al 1590, sarà dedicato un libro scritto sempre dagli studiosi Giorgio Gruppioni e Silvano Vinceti. La sua presentazione è prevista a Caravaggio a fine maggio (la data deve ancora essere fissata). Al libro sarà allegato anche un dvd che conterrà anche una intervista rilasciata dal sindaco di Caravaggio Giuseppe Prevedini e dall'assessore alla Cultura Gianni Testa.
Patrik Pozzi
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