Molti soldi per alcuni, pochi per altri in rapporto al costo di costruzione di una palestra: 1/1,5 milioni di euro. Di palestre, ne servirebbero 9 in città e una dozzina per le scuole del territorio. A stringere al minimo, la città ha bisogno di 5 palestre (2 al Caniana, 2 al Mamoli, 1 al Paleocapa) e almeno 9 in provincia (2 all'Amaldi, 2 all'Einaudi, 2 all'Ambiveri, 1 al don Milani, Majorana, Oberdan).
Ma non ce ne saranno, a meno di un miracolo, sostiene l'assessore provinciale all'edilizia scolastica Roberto Anelli: «Perché nel bilancio provinciale mancano 20 milioni di euro. Per le scuole nel Pop (Piano opere pubbliche ndr) abbiamo chiesto 8 milioni e 200 mila euro e ce ne hanno tagliati 3 milioni e mezzo. Con i soldi rimasti cercheremo di intervenire per garantire la sicurezza. Ma costruire palestre nuove, per il 2010, è fuori discussione, a meno che arrivi denaro fresco dalle alienazioni».
In città è il Suardo ad avere la palestre più bella: nuova di zecca, grande, ben attrezzata. Chi sta peggio è il socio-sanitario Mamoli, istituto in funzione solo dal 2007, edificio nuovo costruito senza palestra. La dirigente Giovanna Gargantini tre anni fa aveva trovato una soluzione pratica e relativamente economica: «La Provincia spende per trasportare i nostri allievi in palestre della zona oltre 137.000 euro l'anno. Ho chiesto un preventivo a un'azienda specializzata in tensostrutture sportive attrezzate e ho scoperto che con questa cifra in cinque anni posso ammortizzare interamente il costo della palestra, che può essere sistemata nell'area libera davanti alla scuola. Non ho ancora avuto risposta dalla Provincia».
Senza palestre è anche il Caniana, l'altra scuola del campus Polaresco. Al Galli c'è una sola palestra per 19 classi della sede di via Gavazzeni, mentre le 12 classi di via Presolana si arrangiano con una palestrina guarnita al centro di piloni imbottiti. Nella sede centrale in via Gavazzeni alcune classi fanno lezione contemporaneamente. Ma il Galli si sta ampliando e a lavori terminati l'Istituto Professionale per il Commercio conterà 30 classi.
«Ma la palestra resterà una», sottolinea la dirigente Nadia Baldini. Al Mascheroni ci sono due palestre grandi sulle quali girano però tre classi alla volta. «La palestra del primo piano - conferma il preside Paolo Catini - presenta un cedimento della sottopavimentazione che non implica rischi di cedimento ma pregiudica per via della differenza di pendenza alcune attività. Abbiamo problemi di coibentazione, di riscaldamento e di infiltrazioni di acqua».
Al Lussana se la cavano bene usando anche un «pallone» e al Sarpi (le classi sono divise fra sede e via del Nastro Azzurro) le palestre sono giudicate sufficienti e sicure. Piuttosto seria è la situazione dell'Istituto Agrario come racconta Stefano Fantoni, coordinatore dell'area di educazione fisica: «L'unica palestra per 650 allievi, è una struttura ricavata dalla lavanderia dell'ex ospedale neuropsichiatrico, di 22 metri per 11, col soffitto alto solo 7 metri, così che le lampade al neon continuano a rompersi. Con 28 classi riusciamo a riempire la palestra 10 ore al giorno per 5 giorni e 6 ore al sabato. C'è un solo spogliatoio interno, più uno esterno, un solo bagno funzionante».
Con la riforma che elimina i pomeriggi, si prevedono sovrapposizioni «con la prospettiva di avere spesso 50 ragazzi in una palestra che fa fatica a contenerne 15 e dove le vie di fuga sono limitate». All'Einaudi di Dalmine c'è una sola palestra per 51 classi e alcune attività si svolgono al Centro Universitario Sportivo. Nessun problema al Fantoni di Clusone. Al Turoldo di Zogno ci sono una palestra grande e una palestrina, ben attrezzate ma insufficienti, si rimedia con corsi di nuoto e con la pista di atletica comunale.
Una palestra e 51 classi anche al Betty Ambiveri di Presezzo, ma nella sede staccata di Ponte San Pietro (15 classi). Tredici classi usano le palestre dell'adiacente Istituto Maironi da Ponte, talvolta in compresenza; 6 classi la palestra delle elementari di Locate e 17 il palazzetto dello sport di Brembate Sopra. Il Majorana di Seriate ha due palestre dignitose. Lo Zenale e Butinone di Treviglio condivide la palestra con il Weil. La palestra è grande ed è divisa in tre settori da due teloni, che permettono di ospitare tre classi alla volta.
Susanna Pesenti
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