L'appello del Pd a Palafrizzoni:
«Riaprite lo sportello anticrisi»

Elena Carnevali, capogruppo del Pd in Comune, ha inviato un comunicato stampa inerente il Fondo anticrisi auspicando che lo Sportello Famiglie-Lavoro, chiuso dal 1° aprile 2010, possa riaprire, in considerazione del perdurare dello stato di crisi. Ecco il testo del comunicato.

«Il 1° aprile 2009 il Comune di Bergamo presentò l'istituzione del Fondo anticrisi: "Fondo Famiglia-Lavoro", nato in collaborazione con Fondazione Mia (Congregazione della Misericordia Maggiore), Caritas e Banca Popolare di Bergamo. Realizzato con l'obiettivo di rispondere, con azioni diverse, alle esigenze e alle difficoltà delle famiglie di fronte alla crisi occupazionale, vennero messi in campo 950 mila euro».

«Per non creare disparità di trattamento tra cittadini dello stesso territorio bergamasco, i criteri, le modalità di accesso e gli interventi di sostegno previsti (Microcredito, sostegno all'accesso dei servizi di welfare, sostegno all'occupazione e in aggiunta Buoni spesa) vennero condivisi e "fatti uguali" al Fondo Provinciale costituito sempre da Caritas, Mia e Banca Popolare».

«Nel mese di novembre 2009 durante il Consiglio straordinario dedicato alla crisi economica viene dichiarato in Consiglio comunale l'esigenza di rivedere i criteri perché "le maglie sembrano in po' strette" oltre alla necessità e volontà con un ordine del giorno di ri-finanziare il Fondo anche per il 2010».

«I dati forniti a marzo 2010 in un Convegno confermano che le famiglie aiutate dal Fondo provinciale sono 693 e 356 sono registrate dal Fondo cittadino. Dei cittadini della città: il 50% hanno avuto Buoni spesa, 117 famiglie hanno i requisiti per accedere al microcredito, di queste quasi 70 lo hanno già ottenuto».

«Fatte le dovute proporzioni tra gli abitanti di città e provincia credo che le trend non sia male. Ma se vogliamo fare di più e meglio, da parte nostra c'è, come abbiamo sempre dichiarato, disponibilità e accordo. Finora del Fondo sono stati utilizzati 400 mila euro, di cui 200 mila per il microcredito (soldi che dovrebbero poi rientrare)».

«Dopo numerosi appelli a non interrompere questo servizio e a facilitare le azioni con le cooperative per l'inserimento al lavoro, ci è stato detto che dovevamo aspettare il bilancio. Bene il bilancio c'è, le risorse aggiuntive promesse non sono state stanziate ma in compenso lo Sportello Famiglie-Lavoro è chiuso dal 1° aprile 2010 (Il Fondo provinciale continua ad operare con gli stessi criteri e attuando progetti di voucher per un impiego lavorativo)».

«Questo in un momento in cui, in città, le persone in mobilità (senza stipendio) sono state 400 nel 2009 e da marzo altre 121 sono iscritte alle liste di mobilità per il 2010, senza contare i numerosi lavoratori in cassa integrazione, quindi con la riduzione della stipendio. L'aggravante è che tutti gli osservatori attenti del fenomeno stanno dicendo che la crisi prosegue e soprattutto il fronte occupazione è duramente colpito».

«Bankitalia ha recentemente affermato che 1 famiglia su 3 senza stipendio per 3 mesi è a grave rischio di povertà. La scelta di chiudere il servizio è sbagliata, ingiusta ed incomprensibile. È sbagliata perché ricade sulle famiglie in difficoltà, è ingiusta perché comunque ci sono risorse disponibili, è incomprensibile perché è compito degli amministratori anche quando vogliono rivedere le modalità di un servizio, farlo senza interruzioni o sospensioni dello stesso. Per favore: riaprite quella "porta"».

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